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Anti corruzione, un’ex direttrice di carcere relatrice al senato

Anti corruzione, un’ex direttrice di carcere relatrice al senatoToghe in un'aula di giustizia

Giustizia La 5 Stelle Piarulli si occuperà della parte del disegno di legge Bonafede dedicata alla trasparenza dei partiti. Il provvedimento è già stato incardinato in seconda commissione e Di Maio ha annunciato di aver fissato i tempi di approvazione. Protestano gli avvocati penalisti e i professori di diritto

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 24 novembre 2018

Una seduta pomeridiana di dieci minuti è bastata alla commissione giustizia del senato a incardinare il disegno di legge anti corruzione per la seconda lettura. Come relatrici il presidente della commissione, il leghista Ostellari, ha indicato due senatrici M5S, omaggio al partito che fortissimamente vuole il provvedimento – la Lega lo ingoia e al senato non avrà a disposizione voti segreti per sfogarsi. All’avvocata civilista Alessandra Riccardi è stata affidata la prima parte della legge, quella che riguarda la lotta alla corruzione e la prescrizione; l’ex direttrice del carcere di Trani Angela Piarulli curerà invece la seconda parte, quella sulla trasparenza dei partiti. Ieri in cinque minuti a testa hanno svolto le loro relazioni.

Come finirà lo ha già deciso Di Maio. Non da solo. «Con il ministro Fraccaro abbiamo già previsto il percorso che il disegno di legge deve fare al senato», ha detto tranquillamente il vice presidente del Consiglio, come se fosse normale per il governo dettare l’agenda al parlamento. La discussione comincerà lunedì, il 10 dicembre il provvedimento dovrebbe andare in aula. Senza più la norma sul peculato derubricato, quella approvata alla camera con il voto segreto (anche) di diversi deputati leghisti che ha provocato la rabbia dei grillini. «Sarà presentato un emendamento soppressivo», ha chiarito in partenza Di Maio. Il capogruppo M5S Patuanelli ha mostrato però qualche prudenza sul «cronoprogramma» di Di Maio e Fraccaro, in base al quale la legge dovrebbe essere approvata definitivamente dalla camera in terza lettura entro Natale: «Possono esserci dei ritardi dovuti ai lavori del parlamento».

Nel frattempo la legge continua a ricevere le critiche del mondo giuridico. Ieri l’Unione della camere penali ha tenuto a Roma un’affollata assemblea, a conclusione di quattro giorni di astensione dalle udienze, alla quale hanno partecipato diversi professori di diritto penale. Tutti concordi nel giudicare pessima la legge del ministro Bonafede. «Un cittadino potrà rimanere in balia del processo penale per un tempo indefinito – ha detto il presidente dell’Ucp Gian Domenico Caiazza -, la riforma precipita il paese fuori dalla Costituzione che esige che il processo si svolga in tempi ragionevoli». Più disponibili i magistrati, che hanno legato il sì alla cancellazione della prescrizione dopo il primo grado a una riforma in grado di sveltire i tempi del processo penale. Ma, ha detto ieri la segretaria di Area democratica per la giustizia, Maria Cristina Ornano, aprendo l’assemblea nazionale della corrente progressista delle toghe, «in nessun gruppo della magistratura c’è una linea condivisa sulla prescrizione».

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