Negli anni Sessanta sono molte le città a legittimare una nuova cultura giovanile: Parigi, Amsterdam, Copenhagen e Berlino Ovest in Europa, New York e San Francisco negli Stati Uniti. Tuttavia il ruolo primario, stando alle ricerche condotte da due libri freschi di stampa, spetta ad altrettante megalopoli quali Londra e Los Angeles: Swinging 60s: Musica, cinema, moda, arte e cultura nella Londra degli anni Sessanta (Hoepli) di Franco Dassisti e Michelangelo Iossa conferma lo scettro morale (talvolta immorale) alla capitale del Regno Unito, tra beat, psichedelia e nascente prog a livello sonoro, benché l’effervescenza creativa, nata dopo il triste decennio postbellico, si estenda a ogni campo dell’agire umano: purtroppo, senza prendere in considerazione poesia, narrativa, il teatro (che forse raddoppierebbero il volume), il testo si concentra da un lato sul rock e sul pop (meritava anche il jazz locale!), dall’altro sui larghi orizzonti di cinema, moda e arti figurative: il libro procede in senso cronologico e argomentativo, mescolando belle immagini a schede congeniali per rapportare tra loro i momenti topici e per collegarli persino alla stretta attualità.

Se London è data per nota o scontata sul piano storico critico, così non è per la Big Orange nel volume Los Angeles e le radici della cultura pop (Odoya) di Claudio Castellacci, che raccoglie, opportunamente elaborati, gli articoli redatti, negli anni, quale corrispondente italiano dalla mitica California, forse un po’ troppo frettolosamente associata, nei luoghi comuni, soltanto all’industria cinematografica. Ma Hollywood è solo un quartiere (immenso) della tentacolare L.A. che, in un periodo più esteso, tra i Fifties e i Seventies, contende a New York e San Francisco il titolo di centro aggregativo sia intellettuale sia pan-estetico delle tante controculture emergenti, talvolta vittoriose a livello planetario, talaltra precipitate nel dimenticatoio.

L’essere una città-regione, estesa su un territorio grande quanto la Lombardia, fa dire al grande scrittore di science-fiction Ray Bradbury: «Los Angeles è tutto quel che volete essere. Los Angeles diventa come voi volete. Los Angeles siete voi. La verità è che Los Angeles non esiste (…) Una città più regale che reale e perciò un posto dove vale la pena sognare, Los Angeles, la mia città!».