Politica

Anm, critiche ma anche autocritiche

Giustizia Il congresso dell'Associazione magistrati. "Basta attacchi scomposti alle sentenze. Ma troppi casi di esposizione mediatica delle toghe". Aperture sull'amnistia, reato di immigrazione clandestina da cancellare

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 26 ottobre 2013

C’è voluto l’intervento del presidente Rodolfo Sabelli, che ha aperto ieri il 31esimo congresso dell’Associazione nazionale magistrati, per far mettere momentaneamente da parte le divisioni interne tra berlusconiani, e spingerli tutti a riprendere il coro antigiudici. Eppure Sabelli ha sì criticato il fatto che il dibattito sulla giustizia si sia «concentrato su pochi processi celebrati nei confronti di alcuni personaggi politici, con corredo di polemiche, propaganda e denigrazioni», chiedendo di mettere fine agli «scomposti attacchi alle sentenze», ma ha anche affrontato il problema dei «rischi di confusione tra funzione giudiziaria e attività politica». Criticando quei «casi di esposizione mediatica che hanno provocato sconcerto nella magistratura e nell’opinione pubblica, con conseguente appannamento dell’immagine di imparzialità e del decoro della giurisdizione». Niente nomi, da parte del presidente, ma gli identikit di Silvio Berlusconi da una parte e di Antonio Ingroia dall’altra possono dirsi riconoscibili.

Le reazioni della cerchia del Cavaliere sono arrivate subito, e tutte hanno avuto come leit-motiv l’urgenza della «riforma della giustizia». Non meglio chiarita, ma alle truppe berlusconiane, «lealiste» o «moderate» che siano, non è sfuggito l’impegno del governo a un’iniziativa di legge nel solco delle proposte del «saggi» nominati a marzo da Napolitano. Proposte che vanno da una limitazione del diritto di intervento pubblico dei magistrati a un freno alle intercettazioni, da un ridimensionamento del Csm alla previsione di una sezione disciplinare esterna per i magistrati. Tutte cose che Sabelli, nella sua relazione, ha giudicato negativamente. Aggiungendo però che serve una «normativa rigorosa» per regolare «con maggiore decisione» l’accesso delle toghe alle cariche elettive. Quanto alle riforme, la ministra della giustizia Cancellieri dal palco del congresso ha specificato che si tratterà di proposte sul processo civile e sul processo penale, un ambito dunque più ristretto – e più urgente – rispetto a quello proposto dai «saggi» e gradito al Pdl. Sui codici di rito sono al lavoro da mesi le commissioni insediate dalla Guardasigilli.

Intanto l’Anm avanza la proposta di abolire il reato di immigrazione clandestina, per Sabelli «palesemente inutile e dannoso». Inutile dire il centrodestra non gradisce. Interessante invece che dal consesso di magistrati non sia arrivata una netta chiusura verso l’amnistia e l’indulto, considerati piuttosto come «strumenti di emergenza» che possono essere presi in considerazione ma solo dando la precedenza ad altre misure di «depenalizzazione e decarcerizzazione» e con l’avvertenza che la clemenza «tenga in debito conto le vittime e favorisca azioni riparatorie e il reinserimento del reo». Fino a qui si è spinto Sabelli. Nel dibattito opinioni divergenti, dalla netta chiusura del giudice (ex del pool Mani Pulite) Piercamillo Davigo all’invece accorato appello perché la magistratura «si faccia carico del dramma del carcere» dell’ex presidente della Corte Costituzionale Giovanni Flick.

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