Visioni

Anima e (troppa) ambizione nell’Utopia di Travis Scott

Anima e (troppa) ambizione nell’Utopia di Travis ScottTravis Scott – foto Ansa

Musica Domani il concerto «a sorpresa» al Circo Massimo in concomitanza con l'uscita del suo quarto album

Pubblicato circa un anno faEdizione del 6 agosto 2023

Ha aggredito il mercato, senza lasciare neanche le briciole agli avversari. Travis Scott è ora sulla bocca di tutti e nelle note di qualsiasi rotocalco. Appena pubblicato, il suo nuovo disco Utopia entra di diritto al primo posto della classifica Top Of The Music FIMI/Gfk Italia. Nel resto del mondo poco ci manca. Dopo essere passato il 30 giugno a Milano, per un concerto che ha fatto registrare cifre pazzesche, torna in Italia domani, questa volta a Roma, niente meno che al Circo Massimo dove, per la prima volta, suonerà e canterà i brani del nuovo lavoro: 19 tracce per 75 minuti di musica, più o meno. Si parlava di aggressione, perché a tutti gli effetti la sua apparizione è deflagrante, in questo momento non si può non accorgersi di lui.

L’ANNUNCIO della data romana è arrivato solo una settimana prima della data del live; poco prima nel mercato Usa era uscito il suo primo film, Circus Maximus: regia condivisa con autori visionari – da Harmony Korine a Khalil Joseph – tutto basato su scene mozzafiato, a effetto, scenografie fulminanti, immagini elaborate, tecniche innovative di montaggi impervi. Tanta, tanta scena. Scott ci ha abituato a situazioni estreme e dati da capogiro: il suo lavoro precedente Astroworld vanta ben 22 dischi di platino in giro per il mondo, e recentemente è arrivato l’annuncio di un mega evento alle Piramidi di Giza previsto per luglio ma che poi è sfumato, durante il quale avrebbe presentato ai fan i nuovi pezzi.

Si parlava di aggressione, perché a tutti gli effetti la sua apparizione è deflagrante, in questo momento non si può non accorgersi di lui.

Utopia è il quarto disco del trantedueennne originario di Houston, Texas, sicuramente il più importante. Sancisce davvero una presa di posizione forte – vale a dire che per lui l’aspetto fisico, i muscoli, contano più dell’anima – e arriva a quasi due anni da quel tragico 5 novembre 2021 quando, durante l’Astroworld Festival, undici persone hanno perso la vita a causa della folla fuori controllo. 19 brani, 19 ospiti e molti più produttori. C’è di tutto e ci sono tutti: da Beyoncé a Pharrell Williams, da Kanye West a Guy-Manuel de Homem-Christo dei Daft Punk, fino a James Blake e persino Bon Iver. Hyaena regala un campionamento dei Gentle Giant di Proclamation; le ritmiche tribali in Sirens ci riportano nell’Africa più nera; ma si torna con i piedi per terra nel trap di My Eyes. Primo singolo estratto dall’album è K-Pop con Bad Bunny e The Weeknd.

LA VARIETÀ degli stili, lo sforzo nella produzione, il ruolo di Travis Scott, più direttore d’orchestra che interprete, sono gli elementi qualificanti di questo lavoro, che lui aveva annunciato come un prisma di rock pischedelico. Ma non è cosi, piuttosto c’è una musica continuamente elaborata, scandagliata nei minimi dettagli: come se a misurarsi con questi stili un po’ commerciali fosse stato Michael Jackson o addirittura Prince o, per restare nell’attualità, Kanye West. Ma la differenza con questi nomi sta tutta nei contenuti, nell’anima, nelle viscere e nell’urgenza di comunicare più che in quella di esibire le proprie ambizioni.

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