Politica

Ancora spari sugli immigrati: sette casi in sette settimane

Ancora spari sugli immigrati: sette casi in sette settimaneLa carabina con la quale ieri a Cassola (Vicenza) è stato colpito un lavoratore ivoriano

Tiro al piccione Gli ultimi episodi nel casertano e nel vicentino, ancora con armi ad aria compressa il cui acquisto è libero. Ma Salvini, che polemizza con il presidente della Repubblica, non c'è alcun rischio Far West: la Lega va avanti nel tentativo di allargare la legittima difesa

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 28 luglio 2018

«Io non voglio il Far West, chi lo sostiene non è ben informato» dice il ministro dell’interno, costretto a intervenire dopo un nuovo episodio di tiro allo straniero, il settimo in un mese e mezzo. A parlare di rischio «Far West» in Italia era stato giovedì il presidente della Repubblica, citando il caso del pensionato romano che ha centrato una bambina rom. Un intervento, quello del capo dello stato, evidentemente non casuale nel momento in cui la Lega in senato sta provando ad allargare ancora le maglie della legittima difesa. Intenzione rivendicata da Salvini – «io lavoro per garantire ai cittadini perbene la possibilità di difendersi a casa propria». ha scritto ieri – malgrado la pretesa di sottrarre all’accertamento giudiziario chiunque spari all’interno di una sua proprietà sia a forte rischio di incostituzionalità.

L’iniziativa della Lega sulla legittima difesa ha il sostegno della lobby delle armi, Salvini si è persino impegnato formalmente a consultare l’associazione dei cittadini armati. Ma tutte le recenti aggressioni di cui sono stati vittima cittadini stranieri sono state condotte con armi a libero acquisto. Pistole e carabine ad aria compressa spesso prodotte dalle stesse fabbriche delle armi da fuoco, ma qualificate come «a modesta capacità offensiva». Sfuggono al controllo delle licenze (che sono circa un milione e mezzo in Italia, con una forte crescita delle licenze «sportive») e ogni maggiorenne può comprarle per poche centinaia di euro. Magari per modificarle, potenziandole, come ha spiegato ai magistrati di aver fatto il pensionato romano indagato per il ferimento della bambina rom il 17 luglio a Roma. Quello che non è più l’ultimo caso, perché ieri si è avuta notizia di altre due aggressioni. La prima, denunciata da un rifugiato di 19 anni del Gambia ospite di un centro di accoglienza a San Cipriano di Aversa nel casertano, sarebbe avvenuta giovedì: due ragazzi in motorino gli avrebbero sparato al volto con un’arma ad aria compressa, procurandogli una ferita lieve. La seconda a Cassola, nel vicentino, dove un quarantenne di origine argentina ha colpito alla schiena un capoverdiano che su un ponteggio lavorava al montaggio delle luminarie per la festa del paese. Secondo il Giornale di Vicenza che ha dato la notizia l’aggressore avrebbe detto ai carabinieri che stava cercando di colpire un piccione. Nella provincia di Vicenza, peraltro, sempre ieri si è verificato un caso di omicidio-suicidio a colpi di pistola, protagonista e vittima italiani. Vicenza è la città che negli ultimi anni ha registrato un boom di licenze «sportive» e all’inizio del 2018 ha ospitato Hit Show, la fiera delle armi con ospite d’onore proprio Salvini (in quella sede ha firmato il «contratto» con l’associazione dei cittadini armati).
Ancora un’arma ad aria compressa era servita per sparare, il 12 luglio scorso, a un gruppo di nigeriani in attesa dell’autobus a Latina: due i feriti. Altri due episodi a inizio luglio si sono verificati a Forlì, a distanza di pochi giorni, vittime un ivoriano ferito all’addome e una donna nigeriana colpita al piede, in entrambi i casi i colpi sono stati sparati con una pistola ad aria compressa. A giugno gli episodi precedenti, entrambi ancora in Campania. Il 22 in pieno centro a Napoli è stato colpito con due pallini allo stomaco un 22enne cuoco del Mali. Maliani anche i due ragazzi ospitati a Caserta nell’ambito del progetto Sprar che hanno raccontato di aver sentito, prima degli spari che hanno ferito uno dei due, gli aggressori gridare «Salvini, Salvini».

Il ministro dell’interno è stato indicato ieri, in diverse dichiarazioni del Pd, di Leu e di Rifondazione, come il responsabile di questo crescendo di aggressioni razziste. Tutte precedute, è il caso di ricordare, dal più grave espisodio di febbraio a Macerata, quando per le strade della città un militante della Lega sparò e ferì sei immigrati africani. All’epoca Salvini spiegò il fatto come conseguenza dell’«immigrazione incontrollata». E anche ieri, malgrado le domande, ha evitato di condannare le aggressioni razziste. «Sono preoccupato – ha detto il responsabile della sicurezza nazionale – da qualunque episodio di violenza, da chiunque arrivi e chiunque colpisca».

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento