La questione del razzismo nostrano torna far discutere le istituzioni internazionali. E così, dopo quella delle Nazioni unite, arriva anche la bacchettata dell’Unione europea nei confronti della Lega: «Sono rattristata nel vedere che il ministro Kyenge è stato obiettivo di commenti razzisti incredibilmente offensivi e ingiustificabili – ha commentato il commissario Ue agli Affari interni Cecilia Malmstrom, che ha poi elogiato «la dignità, serenità e intelligenza» del ministro. «Sostengo il suo lavoro e il suo impegno per i diritti dei migranti – ha proseguito la Malmstrom – e spero che la sua nomina possa essere un passo avanti per l’Italia». Poi l’auspicio affinché ci siano «dibattiti aperti basati su dati di fatto e conoscenza, condotti in uno spirito di rispetto reciproco». Le premesse però non sono incoraggianti: dal profilo Facebook di uno dei tanti implacabili assessori leghisti arriva infatti l’ennesimo rigurgito di razzismo e questa volta è un capolavoro di sintesi e di finezza, in perfetto stile Carroccio: «Vaffanculo musulmana di merda». La “dedica” – firmata Giuseppe Fornoni – è, come no, per la Kyenge, così apostrofata per aver detto qualche giorno fa alla festa del Pd di Cantù che se venisse varata una legge contro il Burqa «dovrebbe valere anche per le suore». Apriti cielo: denuncia degli integralisti cattolici veronesi del Circolo «Cristus Rex» e crociata degli immancabili consiglieri leghisti a colpi di post avvelenati: prima l’invito del consigliere regionale piemontese Paolo Tiramani ad una visita psichiatrica («ma io non ho pregiudizi»), poi l’exploit – ineguagliato, per ora – di Fornoni, «camicia verde della prima ora».
Troppo anche per la Lega che, dopo aver cavalcato l’onda mediatica di questo vergognoso caso, ha deciso che basta così e ha cercato di gettare acqua sul fuoco.
Lo ha fatto per primo, l’altro ieri, Flavio Tosi rimediando parzialmente e tardivamente all’imbarazzante silenzio di Maroni, che, nonostante l’appello della Kyenge, non ha speso neppure una parola per condannare il tiro al bersaglio leghista nei confronti del ministro. Il sindaco di Verona è intervenuto all’Africa Summer School facendo atto di contrizione a nome del partito: «Le porgo le mie scuse se qualcuno della mia parte politica l’ha offesa e se qualcuno non le ha fatte, fermo restando che in democrazia si possono avere idee diverse, ma il rispetto come ministro e soprattutto come persona e come donna è una cosa dovuta». Al coro di penitenti del Carroccio si è unito ieri anche il governatore del Veneto, Luca Zaia: «Le dobbiamo rispetto, abbiamo condannato le recenti offese, le abbiamo anche chiesto scusa». Niente di meno. Nessun cedimento, invece, sulla questione dello ius soli: il ministro – ha precisato Zaia a Vittorio Veneto nel contesto della manifestazione culturale «Comodamente» – deve sapere che non abbiamo nulla da condividere sulla partita dello ius soli. Si scordi che si possa dare la cittadinanza a tutti gli immigrati che nascono in Italia. Siamo invece convinti che la partita sia quella di una immigrazione che vuole integrazione, quindi di un’immigrazione possibile». Chissà quanti insulti dovrà sopportare ancora il ministro Kyenge prima che la Lega capisca che proprio la concessione della cittadinanza è il primo e imprescindibile passo verso una vera e piena integrazione.
Anche l’Ue attacca e la Lega si scusa «Ma mai lo ius soli»
Razzismo. La questione del razzismo nostrano torna far discutere le istituzioni internazionali. E così, dopo quella delle Nazioni unite, arriva anche la bacchettata dell’Unione europea nei confronti della Lega: «Sono rattristata […]

Cécile Kyenge
Razzismo. La questione del razzismo nostrano torna far discutere le istituzioni internazionali. E così, dopo quella delle Nazioni unite, arriva anche la bacchettata dell’Unione europea nei confronti della Lega: «Sono rattristata […]
Pubblicato 10 anni faEdizione del 6 agosto 2013
Pubblicato 10 anni faEdizione del 6 agosto 2013