Prima fu la «società dello spettacolo» immortalata alla fine degli anni sessanta dal filosofo francese Guy Debord. Poi venne lo «spettacolo politico» descritto dal politologo statunitense Murray Edelman già nel 1988. Ora siamo nella stagione della crisi della forma stessa della politica. La vecchia televisione, al di là del suo peso reale nella formazione delle opinioni, ci offre un’idea piuttosto chiara della parabola in corso: la rappresentanza è scesa molto nella classifica dei desideri del consumo. Infatti, i talk di qualche successo tendono da tempo a ibridare gli ospiti: la lunghezza infernale delle trasmissioni dipende anche dalla dilatazione del contenitore,...