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Anche da positivo Trump minimizza il coronavirus (e annuncia le dimissioni dall’ospedale)

Anche da positivo Trump minimizza il coronavirus (e annuncia le dimissioni dall’ospedale)Donald Trump nell’auto che lo ha portato a spasso, per poi riportarlo in ospedale – Ap

La Casa sbanda Il presidente è uscito dall’ospedale per qualche minuto «per salutare i sostenitori»

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 6 ottobre 2020

Kayleigh McEnany, l’addetta stampa della Casa Bianca nota per aver detto che Trump non avrebbe mai permesso al Covid di arrivare in America, è risultata positiva. McEnany è l’ennesimo funzionario della Casa Bianca a finire nella lista dei positivi; solo poche ore prima di rendere pubblico l’esito del tampone si era rivolta ai giornalisti senza indossare la mascherina che, anche dopo l’ospedalizzazione di Trump, resta un opitional.

LA LISTA SI ESTENDE anche alla cerchia personale dei contagiati, la prima è Claudia Conway, figlia di Kellyanne Conway, risultata positiva al test dopo essere stata un contatto con sua madre. In tutto questo la Casa Bianca continua a essere senza direttive su come gestire l’emergenza di cui è protagonista. I membri dello staff riferiscono di non avere alcun protocollo, di non sapere se devono entrare in isolamento o se devono andare al lavoro e che tutto è lasciato alla loro iniziativa.

Michael Shear, corrispondente dalla Casa Bianca per il New York Times e uno dei giornalisti risultato positivo al test a seguito dell’evento che ha contagiato mezza Washington, ha dichiarato alla Cnn di non aver ricevuto nessun controllo, nessun tracciamento dei contatti da parte dell’amministrazione Trump. «Questo dimostra che ancora non stanno prendendo seriamente questa crisi» è sbottato Shear alla Cnn, e The Donald non fa niente per dare un’immagine diversa.

IL PRESIDENTE SEMBRA teso verso un unico immutabile obiettivo, quello di sminuire l’emergenza, anche quella che lo coinvolge in prima persona. Pochi minuti dopo avere ammesso in un video di aver imparato molto di questo Covid, il tycoon ha pensato che la cosa migliore da fare per un paziente in isolamento a causa di un virus potenzialmente letale per cui non ci sono cure, fosse salire su un Suv, con un autista e scortato dai servizi segreti, per andare a salutare i suoi supporter facendo il giro dell’isolato.

IL RISULTATO di questa bella avventura è che tutte le persone coinvolte per permettere a Trump di realizzarla sono dovute entrare in quarantena per aver rischiato il contagio.

«Non avrei mai pensato di poter essere così incazzato con qualcuno che ha il Covid», ha twittato l’hacker newyorchese Emmanuel Goldstein, conduttore radiofonico e fondatore della rivista 2600, riassumendo il pensiero di molti americani che si chiedono perché le regole sulla pandemia non si applichino a tutti. C’è una rabbia montante tra gli ex pazienti Covid e le loro famiglie che vedono a quali cure hanno accesso i negazionisti repubblicani come Trump o l’ex governatore del New Jersey Chris Christie, il quale si è fatto ospedalizzare «per eccesso di precauzione».

«QUESTE PERSONE hanno cure a cui nessuno ha diritto – dice Emma, 37 anni – Mio cognato è morto in casa perché quando si è presentato in ospedale non era abbastanza grave per essere ricoverato, ancora adesso se hai sintomi lievi e vivi a New York non vieni ricoverato. Vieni seguito, si, ma non hai una suite di 4 camere pagata dai contribuenti». Anche su come stia davvero andando il decorso dell’infezione per Trump resta un mistero. I medici del presidente hanno ammesso che le sue condizioni erano più gravi di quanto detto pubblicamente; il medico della Casa Bianca, Sean Conley, ha suggerito di averlo fatto per non far arrabbiare Trump.

QUESTO NON PUÒ CHE SOLLEVARE dubbi sulle condizioni attuali. Di fatto Trump viene curato con il desametasone, un farmaco che si usa con i pazienti gravi e gli esperti sanitari esterni affermano di non poter dire se Trump sia più malato di quanto appaia in foto, se i medici lo stiano curando con insolita aggressività, o se sia Trump a indirizzarli nel farsi curare.

DI CERTO C’È CHE TRUMP non ha rivelato al Paese il primo risultato positivo del test, per continuare a fare eventi pubblici. In contrasto il sindaco di New York, Bill De Blasio, che prende la pandemia con serietà e ha detto di volere chiudere locali, negozi e scuole in 9 quartieri, fra Brooklyn e Queens.
Secondo la proposta del sindaco, le chiusure resteranno in vigore fino a quando i tassi di positività dei quartieri non scenderanno sotto il 3% per 7 giorni consecutivi.

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