«Un paesaggio qualsiasi è uno stato dell’anima, e chi legge nell’uno e nell’altra è meravigliato di trovare la similitudine di ogni particolare». Così nel suo diario, alla data del 31 ottobre 1852, Henri-Frédéric Amiel (1821-1881). Quando, per impulso della amica Fanny Mercier, una scelta delle sedicimila pagine stese giorno per giorno, con diligenza, per trentaquattro anni dal riservato professore di estetica e di filosofia dell’Accademia Ginevrina, viene pubblicata postuma, nel 1883, con il titolo di Fragments d’un Journal Intime curata da Edmond Scherer, critico del parigino Temps, l’interesse che suscita è grande e rapidamente si diffonde in Europa e in...