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Ambientalisti anti-Covid

Iniziative A Casale Monferrato gli otto candidati alla 14esima edizione del Premio Minazzi, in piena pandemia. Il voto popolare deciderà il vincitore

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 19 novembre 2020

In un mondo dominato dalla pandemia Covid, scopriamo otto portatori di un altro virus: quello dell’impegno civico. Sono i finalisti della XIV edizione del premio Ambientalista dell’anno, promosso da Legambiente e La Nuova Ecologia insieme a numerose organizzazioni sociali di Casale Monferrato, la città di Luisa Minazzi a cui è intitolato il premio. Dirigente scolastico e attivista, si è battuta per i diritti delle persone esposte all’amianto fino al 2010, quando a 57 anni ha perso la lotta contro il mesotelioma pleurico, il tumore dell’Eternit.

IL VINCITORE, SCELTO DAL VOTO POPOLARE, sarà premiato il 4 dicembre a Casale, in conclusione del Festival della virtù civica (in streaming). Un celebre chimico pacifista, una famiglia che rigenera elettrodomestici, una magistrata antimafia, uno scrittore che a Scampia ha fondato una «piazza di spaccio creativo», un gruppo di giovani sardi impegnato a contrastare lo spopolamento dell’entroterra, due langaroli che si battono per salvare la biodiversità dei boschi da tartufi, un fisioterapista che ha lanciato l’idea di un birrificio modello in carcere, una giornalista e divulgatrice scientifica. Sono questi, in sintesi, gli otto candidati: uno spaccato dell’Italia migliore, che dimostra la praticabilità di un modello solidale e sostenibile. «Siamo orgogliosi – sottolineano Marco Fratoddi e Vittorio Giordano, coordinatori del premio – lo diciamo a nome della giuria preliminare e di tutto il gruppo con il quale condividiamo da tempo questa esperienza, di dare ancora una volta vita a questo racconto corale che porta in evidenza la capacità delle persone di contagiare il prossimo con la generosità, l’attenzione verso l’ambiente, la tutela della legalità». C’è tempo fino al 27 novembre per esprimere la propria preferenza, basta inviare il modulo online su www.premioluisaminazzi.it o, in alternativa, la scheda cartacea alla sede del premio a Casale Monferrato.

CONOSCIAMO, ORA, UNO A UNO I VOLTI in lizza. Vincenzo Balzani, tra i chimici più conosciuti al mondo, è professore emerito all’Università di Bologna. Consapevole della relazione tra scienza e pace, da molti anni affianca alla ricerca una intensa attività di divulgazione, rivolta soprattutto ai più giovani. Ha dedicato il suo ultimo libro Salvare il pianeta per salvare noi stessi. Energie rinnovabili, economia circolare, sobrietà (Edizioni Lu.Ce) alla necessità di abbandonare l’uso dei combustibili fossili a favore delle energie rinnovabili, modificando l’approccio economico e nei consumi. Per la famiglia Bertolino di Vinovo (Torino), rigenerare è un obiettivo e una sfida. Il padre Giorgio e i figli Ernesto e Riccardo hanno fondato nel 2017 Ri-generation: un’azienda che ricicla e rigenera elettrodomestici altrimenti destinati al macero. Il loro non è, però, soltanto un modello virtuoso dal punto di vista ambientale, ma anche un esempio d’imprenditoria sociale: la maggior parte dei dipendenti proviene, infatti, dal Sermig, realtà torinese che si occupa di dare accoglienza alle persone in difficoltà.

ALESSANDRA DOLCI È, INVECE, in magistratura dal 1986 e si è occupata di molte indagini in tema di criminalità organizzata, tra le quali Infinito/Crimine, che nel luglio 2010 portò all’arresto di circa 300 appartenenti alla ‘ndrangheta tra Lombardia e Calabria. Responsabile della Direzione distrettuale antimafia di Milano, tra le tante inchieste che continua ad affrontare anche quelle in campo ambientale per contrastare il traffico di rifiuti e gli incendi agli impianti. Rosario Esposito La Rossa, napoletano, è titolare della casa editrice Marotta Cafiero, che ha acquistato dai fondatori riconvertendola alla sostenibilità con inchiostri vegetali, colle senza plastificanti che permettono di produrre libri biodegradabili. Inoltre, ha lanciato numerosi progetti come la Scugnizzeria, una «piazza di spaccio creativo», dove la rivoluzione passa anche dal marchio «Made in Scampia», che mette insieme molte realtà locali. Autore teatrale e scrittore, sta fronteggiando una rara forma di cancro («un regalo della Terra dei Fuochi», dice) e ha dedicato il suo ultimo libro, Assenti. Senza giustificazione ai bambini vittima delle mafie.

IL PROGETTO PROPOSITIVO È STATO promosso da un gruppo di giovani sardi nel 2009 con l’obiettivo di contrastare lo spopolamento ambientale e sociale della Sardegna dell’interno. Tassello dopo tassello, in questi anni ha raccontato realtà virtuose ed è divenuto associazione; sono nati, poi, il progetto «Trasformare la crisi in opportunità» e il Festival della Resilienza. Alla base, la convinzione che «se il tempo passato a lamentarci dei problemi lo investissimo nella ricerca di soluzioni, ad oggi disporremo di alternative concrete, innovative e sostenibili». Dietro a «Save the truffle», ovvero Salviamo il tartufo, si cela il progetto lanciato nel 2015 ad Alba (Cuneo) dai giovani Carlo Marenda e Edmondo Bonelli, per portare l’attenzione sul problema della sopravvivenza nelle Langhe, nel Roero e nel Monferrato dei boschi a vocazione tartufigena, preziosi tasselli di biodiversità. Per Carlo ed Edmondo far conoscere il tartufo, la storia e le tradizioni che lo circondano, è la maniera migliore per creare una coscienza ambientalista e arrivare a un ricambio generazionale di cercatori, i «trifolau», consapevoli.

LA SETTIMA STORIA È QUELLA DI PAOLO STRANO che, avendo lavorato in carcere, sa bene quali sono i costi sociali della recidiva. E sa altrettanto bene che questo rischio diminuisce per chi è inserito in progetti lavorativi. Da qui l’idea di fondare con gli altri fisioterapisti che lavorano con lui al Regina Coeli, a Roma, la Onlus Semi di Libertà, che dal 2014 forma detenuti e sviluppa idee imprenditoriali nel campo dell’economia carceraria, dalla produzione della birra artigianale «Vale la Pena» e RecuperAle, fatta con pane destinato a essere sprecato, fino alla creazione di una piattaforma per commercializzare i prodotti realizzati all’interno delle carceri italiane.

ALESSANDRA VIOLA CONOSCE BENE il potere delle parole e lo ha messo al servizio di una missione: creare coscienza ambientale attraverso il suo lavoro da giornalista, scrittrice, sceneggiatrice e docente. Tra i suoi libri, il bestseller Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale (con Stefano Mancuso, Giunti 2013), tradotto in diciassette lingue e Trash. Tutto quello che dovreste sapere sui rifiuti (con Piero Martin, Codice edizioni 2017), entrambi vincitori del Premio nazionale di divulgazione scientifica. Il suo lavoro più recente, Flower power (Einaudi), centra l’attenzione sui diritti delle piante a tutela dell’intero ecosistema.

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