Scuola

Alunni disabili, gli insegnanti sono pochi e sempre più precari

Alunni disabili, gli insegnanti sono pochi e sempre più precarifoto Ansa

Istruzione precaria Circa il 60% degli studenti ha cambiato docente da un anno all'altro. A Roma la protesta davanti al ministero chiamata per il 6 settembre

Pubblicato 2 mesi faEdizione del 29 agosto 2024

Per l’anno scolastico 2024/2025 mancano all’appello almeno 110mila cattedre di sostegno. La denuncia è del presidente dell’Associazione nazionale insegnanti e formatori, Marcello Pacifico. A protestare sono anche le famiglie, la mobilitazione è partita da Genova lunedì scorso, con una manifestazione davanti al Provveditorato agli Studi organizzata dal comitato Famiglie senza cure e sostenuta dal Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati.

Al centro della contestazione la decisione del governo Meloni di equiparare i titoli di specializzazione sul sostegno conseguiti all’estero con quelli ottenuti in Italia, spesso a costi elevati e con percorsi formativi più rigorosi. Una scelta che, secondo i manifestanti, rischia di compromettere la qualità dell’insegnamento e di penalizzare gli insegnanti che hanno investito tempo e denaro nella propria formazione. Il sit in di Genova è solo il primo passo, il 6 settembre ci sarà una manifestazione a Roma presso il ministero dell’Istruzione.

Il Collettivo ha stilato i punti su cui contesta il governo: condizione di estrema precarietà dei docenti di sostegno, molti continuano a svolgere incarichi di supplenza senza avere alcuna prospettiva di stabilizzazione, mentre le graduatorie per le classi di concorso risultano sature in tutto il territorio nazionale, impedendo di fatto la costituzione di contratti di ruolo e minando la continuità didattica. E poi la formazione gratuita dei docenti in linea con il principio costituzionale di garantire il diritto allo studio e la qualità dell’istruzione; opposizione all’inserimento dei docenti che abbiano conseguito il titolo di specializzazione all’estero senza la necessaria equiparazione e verifica dei requisiti. E ancora una soluzione per i punteggi spropositati di titoli/abilitazioni spesso ottenuti tramite percorsi formativi disomogenei e non equiparabili.

Le difficoltà dei docenti di sostegno si ribaltano sui problemi che dovranno affrontare le famiglie. Fonte Istat, rispetto all’ultimo dato disponibile del 2022/2023, sono stati quasi 338mila gli alunni con disabilità che hanno frequentano le scuole di ogni ordine e grado in Italia, il 4,1% del totale degli iscritti (più 7% rispetto all’anno precedente). Ancora l’Istat dice che uno su tre degli insegnanti non aveva una formazione specifica e il 12% è stato assegnato in ritardo. E infine il 60% degli alunni con disabilità ha cambiato insegnante per il sostegno da un anno all’altro e il 9% nel corso dello stesso anno.

È attivo a Roma uno sportello legale per i diritti delle persone con disabilità. Nato nel 2021 per soddisfare bisogni informativi e di assistenza, vede la collaborazione di Cgil, Flc Cgil di Roma e Lazio e dello studio legale Americo. L’avvocato Francesco Americo riceve centinaia di richieste ogni anno: «La maggior parte della famiglie che si rivolge a noi ha problemi di assistenza soprattutto per quanto riguarda la scuola. Il numero dei docenti di sostegno o di assistenza alla comunicazione è ancora basso ed emergono tutte le problematiche di copertura e sostegno nei confronti dei minori, quando servirebbero invece conoscenze specializzate. Tutto ciò mette a rischio la frequenza scolastica di molti ragazzi con disabilità. E il loro apprendimento».

E sui fondi: «Quanto ancora manca in termini di assistenza si vede attraverso le risorse stanziate. Le capacità di fornire servizi dipendono dai fondi locali messi a disposizione e possono variare a seconda del comune di appartenenza. Molte volte i maggiori problemi delle persone con disabilità si trovano anche all’interno dei posti di lavoro. Garantire e mettere a disposizione tutti gli strumenti necessari a lavoratori con disabilità per permettergli di essere al pari di qualunque altro lavoratore è fondamentale. Una vita indipendente e dignitosa passa attraverso il lavoro e dunque, ripeto, anche attraverso la scuola».

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