Doveva essere un incontro urgente. È già slittato di giorni e ha come orizzonte temporale, almeno per la Cisl, «un sabato di maggio». Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri si vedranno domani alle 18 in Cgil per discutere di una «possibile mobilitazione unitaria contro il governo Meloni».

Alla richiesta di Landini al congresso Cgil di Rimini avevano risposto positivamente gli altri due segretari generali, riunificando i sindacati confederali dopo due anni di scioperi generali senza la Cisl. Ma sono bastate poche ore a Gigi Sbarra per riposizionarsi e tornare su posizioni quanto meno attendiste: pensare che la Cisl possa proclamare uno sciopero generale è – a oggi – pura fantascienza.

Ieri Landini ha partecipato a Milano alla giornata contro le mafie organizzata da Libera e nel pomeriggio ha riunito la prima segreteria post congresso, segreteria che sarà presto modificata a causa di scadenze di mandato e scelte dello stesso Landini. La strada della mobilitazione contro il governo è decisa e rafforzata dalla necessità di dare un segnale interno – molte categorie, a partire dalla Fiom, l’hanno già annunciata autonomamente – così come esternamente servirà calcare la distanza da Meloni, dopo il discorso della presidente del consiglio a Rimini e la gelida reazione della platea, come da replica di sabato dello stesso Landini con la richiesta a Cisl e Uil di mobilitazione a partire dalla difesa della sanità pubblica e dal ritiro della delega fiscale, considerando il fisco «la madre di tutte le battaglie».

Oggi Bombardieri parlerà ai pensionati della Uilp, guidati dal suo predecessore Carmelo Barbagallo: sarà l’occasione per ribadire la linea. La Uil da mesi è mobilitata sul territorio contro il governo Meloni, è disponibile a riconvocare assemblee unitarie anche nei luoghi di lavoro dove ne ha già tenute ma vuole arrivare a uno sciopero forte.

Ma Sbarra da giorni ribadisce il concetto, dando un giudizio positivo dell’intervento di Meloni a Rimini: «Speriamo che le parole della premier al congresso Cgil siano il preludio per rafforzare il filo di un dialogo – a partire dal tema pensioni – che si è indebolito. Con Cgil e Uil decideremo le modalità di un’eventuale mobilitazione, la fretta è cattiva consigliera». E intanto domani sarà con il ministro Adolfo Urso a un’iniziativa per un “Patto per l’industria italiana”.

Dunque saranno Landini e Bombardieri a dover decidere se accettare un lungo «percorso di assemblee in vista di una manifestazione nazionale per dare un ultimatum al governo in vista di una mobilitazione sul territorio» pur di ritrovare l’unità perduta oppure prender atto che la Cisl troverà sempre un modo per non fare sciopero – men che meno generale – e decidere di andare avanti in due col conflitto duro contro il governo Meloni. Coscienti che la distanza con la Francia e l’Inghilterra è ora siderale e ridurla è necessario per non perdere credibilità davanti a lavoratori e pensionati.