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«Alptransit pronto nel 2016» la Svizzera preme sull’Italia

«Alptransit pronto nel 2016» la Svizzera preme sull’ItaliaIl progetto delle nuove linee ferroviarie alpine. Non a caso, tutte le maggiori tratte ferroviarie corrono sulla direttrice nord-sud, mettendo in collegamento le zone europee di maggiore interesse industriale. La Torino-Lione corre isolata verso ovest.

Governo Rinnovato l'accordo bilaterale. Per completare le opere, il governo di Berna offre un prestito di 230 milioni di euro

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 13 settembre 2013

Durante la scorsa settimana la consigliera federale svizzera Doris Leuthard, superministro di Ambiente, energia, infrastrutture e trasporti, ha incontrato a Roma i suoi tre omologhi italiani – i ministri Lupi, Zanonato e Orlando – per caldeggiare la conclusione dei lavori di adeguamento del raccordo ferroviario che costituirebbe, all’interno delle nostre frontiere, l’accesso sud all’Alptransit svizzero.

Non si tratta di “grandi opere”: il foro alla base delle Alpi è già stato realizzato, tutto in terra svizzera e con il consenso delle popolazioni locali. Il tunnel ferroviario del San Gottardo è praticamente pronto: «Entrerà in funzione il 16 dicembre 2016», ha annunciato Leuthard spiegando che il suo Paese sarebbe pure disponibile a stanziare «un credito in favore dell’Italia di 200 milioni di euro per adeguare al passaggio dei convogli alti fino a 4 metri la tratta ferroviaria tra Ranzo e Gallarate-Novara, una priorità per quanto riguarda il trasporto merci, e poi successivamente anche la linea Chiasso-Milano, per il trasporto passeggeri». Tutta l’opera costerà però circa 700 milioni di euro. Durante l’incontro, i due governi hanno aggiornato la dichiarazione d’intenti stipulata nel dicembre 2012 dall’allora ministro Passera. La nuova road-map con il prestito svizzero dovrà essere ora sottoposta al vaglio di entrambi i parlamenti, italiano e svizzero.

Le due tratte rientrano nel progetto più complessivo del cosiddetto «corridoio dei due mari», quella Genova-Rotterdam che la confederazione elvetica, come pure la Germania, considerano fondamentale per collegare le zone produttive dei loro paesi con il porto a cui tradizionalmente sono più legati. Senz’altro più urgente e necessario del Tav Torino-Lione. Anche se la consigliera Leuthard su questo usa tutta la diplomazia possibile: «Quale opera merita la priorità di finanziamento? È decisione che spetta all’Italia». Certo la Confederazione elvetica da tempo ha adottato la politica di trasferimento del traffico dalla strada alla rotaia.

Ma anche questo corridoio non sembra essere così «sostenibile» come si vorrebbe. Sono molte le associazioni di cittadini, i movimenti ambientalisti e gli studiosi che vi si oppongono, soprattutto per la realizzazione del cosiddetto Terzo Valico, l’attraversamento degli Appennini che raccorderebbe Tortona a Genova. Ma in questo caso siamo ancora nella fase progettuale. Comunque questa è tutta un’altra storia.

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