Almanacco della semplicità per apparenti quisquilie
Julian Charrière, «We Ever Wanted Was Everything and Everywhere», Mambo, Bologna
Cultura

Almanacco della semplicità per apparenti quisquilie

Scaffale «La Terra e il suo satellite» di Matteo Terzaghi, per Quodlibet. Ogni prosa breve agisce come uno spillo che incida una superficie minuscola
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 27 gennaio 2020
Tra gli scrittori in lingua italiana, qualcuno ama le cose semplici. Non fanno propriamente una corrente, anche perché interpretano con diversi stili il tema della semplicità. E nelle stime si possono dire rari o assai rari. Il libro di Matteo Terzaghi, La Terra e il suo satellite (Quodlibet, pp. 112, euro 14), può essere annoverato tra i testi di questo genere. È composto infatti da trentaquattro prose brevi e brevissime, tra il narrativo e il saggistico, ciascuna delle quali agisce come uno spillo che incida una superficie minuscola. Osservazioni minute, ricordi puntuali, riflessioni circostanziate su oggetti, eventi, situazioni, persone, luoghi,...
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