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Allo storico svedese Peter Englund il Premio FiuggiStoria

Allo storico svedese Peter Englund il Premio FiuggiStoriaPeter Englund

Oggi la premiazione Il riconoscimento per il saggio «La svolta», pubblicato da Marsilio. Attraverso trentanove ritratti il racconto di come nello spazio di pochi mesi nel 1942 le sorti della guerra che sembravano favorire le forze dell’Asse sarebbero mutate a favore degli Alleati. A testimoniare di quanto stava avvenendo sotto i loro occhi sono figure celebri o persone comuni. Da Albert Camus a Vasilij Grossman, da Ernst Jünger a Leona Woods, la fisica che lavorò con Enrico Fermi al Progetto Manhattan, ma anche un’impiegata belga, il comandante di un cacciatorpediniere giapponese al largo di Guadalcanal fino a un macchinista che fa parte di un convoglio di navi nel Mar Glaciale Artico

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 14 dicembre 2022

Sarà assegnato oggi allo storico ed ex segretario dell’Accademia di Svezia Peter Englund il Premio FiuggiStoria per il saggio La svolta. Novembre 1942. I giorni che cambiarono il destino del mondo (Marsilio, pp. 618, euro 24). Nell’opera, Englund analizza un anno considerato non a caso come il vero punto di svolta nelle vicende del secondo conflitto mondiale ricorrendo ad una formula decisamente affascinante che era già alla base del suo La bellezza e l’orrore, dedicato alla Grande guerra e uscito per Einaudi nel 2012.

LO STORICO SVEDESE lavora infatti alla ricostruzione di un’epoca o di un determinato periodo cercando di rendere nelle pagine il respiro collettivo di quella stagione, facendo convergere punti di vista e itinerari personali fino a costruire un ritratto plurale che contiene a un tempo risposte e interrogativi per continuare la ricerca. Nel caso di La svolta è attraverso trentanove ritratti che si compone l’indagine collettiva che racconta di come nello spazio di pochi mesi nel 1942 le sorti della guerra che sembravano favorire le forze dell’Asse sarebbero mutate a favore degli Alleati ponendo le basi per la caduta dei fascismi in Europa come in Giappone.

A testimoniare di quanto stava avvenendo sotto i loro occhi sono figure celebri o persone comuni che raccontano attraverso lettere, resoconti militari, poesie e frammenti di diari l’impatto che il conflitto conosceva sulle loro vite. Da Albert Camus a Vasilij Grossman, da Ernst Jünger a Leona Woods, la fisica che lavorò con Enrico Fermi al Progetto Manhattan, ma anche un’impiegata belga, il comandante di un cacciatorpediniere giapponese al largo di Guadalcanal fino a un macchinista che fa parte di un convoglio di navi nel Mar Glaciale Artico. «Dal punto di vista della storiografia – ammette Englund -, la forma è certamente sperimentale, ma scaturisce dalla convinzione che la complessità degli eventi emerge al meglio proprio a livello individuale».

Promosso dalla Fondazione Levi Pelloni-Centro Nazionale Ricerche Storiche, il Premio FiuggiStoria, giunto alla tredicesima edizione e dedicato quest’anno alla memoria dello storico Paul Ginsborg, è articolato in diverse sezioni, dalla saggistica al romanzo storico. Tra gli altri premiati per il 2022 figurano Iole Mancini e Concetto Vecchio (Un amore partigiano), Andrea Graziosi (L’Ucraina e Putin tra storia e ideologia) e Gianluca Fantoni (Storia della Brigata ebraica).

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