All’inferno e ritorno, l’estetica dolente dei poveri mortali
Note sparse La musica di Nero Kane emerge da un limbo oscuro e tocca, con il suo psych folk solenne vette importanti
Note sparse La musica di Nero Kane emerge da un limbo oscuro e tocca, con il suo psych folk solenne vette importanti
La spiritualità, la morte, la rivelazione, l’eros, la grazia, l’eterno. La musica di Nero Kane emerge da un limbo oscuro e tocca, con il suo psych folk solenne, tutti gli estremi delle nostre effimere vite umane. Siamo mortali, e gli otto brani del terzo disco della band sono qui a ricordarcelo, esplorando un’estetica che va indietro di secoli, a darci consapevolezza che l’umanità, in fondo, è tutta qui. L’Inferno e il Paradiso di Dante, l’arte di Hieronymus Bosch e di Gustave Doré, i testi della mistica Matilde di Brandeburgo, la filosofia tragica e ironica di Emil Cioran, sono i riferimenti che ispirano le atmosfere dilatate e goticheggianti del duo milanese, che musicalmente si ispira più di tutto agli Swans, a Nick Cave, a Johnny Cash, ai nostri Father Murphy. La collaborazione tra il musicista (e autore dei testi) Marco Mezzadri e la cantante e artista visiva Samantha Stella si estende anche ai videoclip girati dalla performer, dove il fuoco, le rose, le croci, il deserto, danno forma all’universo decadente e tenebroso dei Nero Kane, in un intrico di carnale sacralità. L’album è prodotto da Matt Bordin (Mojomatics, Squadra Omega) al mitico Outside Inside Studio di Montebelluna.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento