All’Eurogruppo arriva Donohoe, un moderato del rigore
È l’irlandese Paschal Donohoe, il nuovo presidente dell’Eurogruppo, l’organismo di coordinamento informale ma molto influente che riunisce i ministri delle finanze dell’Eurozona. L’esponente del partito di centro-destra Fine Gael (Partito […]
È l’irlandese Paschal Donohoe, il nuovo presidente dell’Eurogruppo, l’organismo di coordinamento informale ma molto influente che riunisce i ministri delle finanze dell’Eurozona. L’esponente del partito di centro-destra Fine Gael (Partito […]
È l’irlandese Paschal Donohoe, il nuovo presidente dell’Eurogruppo, l’organismo di coordinamento informale ma molto influente che riunisce i ministri delle finanze dell’Eurozona. L’esponente del partito di centro-destra Fine Gael (Partito Popolare Europeo) ha battuto la concorrenza della spagnola Nadia Calviño (Socialists and Democrats), nonostante quest’ultima avesse ottenuto il sostegno ufficiale dei governi di Francia, Germania e Italia. Ma nel voto a scrutinio segreto si sono concentrati su Donohoe i voti dei governi dei paesi più piccoli, specie dopo il ritiro dalla contesa del lussemburghese Pierre Gramegna.
Donohoe, quarantacinque anni, è ministro delle finanze della Repubblica d’Irlanda dal 2017, di recente confermato nel ruolo dopo che il suo partito ha formato un governo di coalizione con i conservatori del Fianna Fáil e i Verdi. Nel corso del suo mandato ha mantenuto una politica fiscale piuttosto restrittiva e sotto la sua guida la Repubblica d’Irlanda si è inserita nella cosiddetta Lega Anseatica, alleanza europea dei paesi nordici e baltici che predica il rigore di bilancio. Durante la crisi causata dal Covid-19 il governo irlandese ha però sostenuto la proposta degli Eurobond insieme ai paesi mediterranei. Donohoe si è quindi proposto come candidato di compromesso fra Nord e Sud Europa, citando anche l’esperienza dell’Irlanda sotto la Troika di Bce, Fmi e Commissione europea.
La presidenza dell’Eurogruppo torna così al Ppe dopo sette anni: l’ultimo presidente di centro-destra era stato Jean-Claude Juncker. L’organismo ha avuto un ruolo centrale durante la crisi dell’Eurozona, ed è stato duramente criticato per la sua mancanza di trasparenza e legittimità. L’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis aveva causato scandalo dopo aver annunciato di aver registrato alcune delle riunioni dell’Eurogruppo nel corso della crisi greca nel 2015, recentemente messe a disposizione online. Tristemente celebri anche i commenti dell’ex presidente olandese Dijsselbloem, che nel 2017 aveva sostenuto che i paesi mediterranei spendessero i propri soldi in «donne e alcol» per poi chiedere aiuti economici. Negli ultimi anni però il ruolo dell’Eurogrouppo si è ridotto, e nella crisi causata dal Covid-19 le principali decisioni sono state prese dai capi di stato e di governo. Difficile aspettarsi scossoni da Donohoe, che probabilmente adotterà lo stile compassato del suo predecessore, il portoghese Mario Centeno (diretto alla Banca centrale del Portogallo).
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