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Allarme per la Nadef al senato: maggioranza a meno tre voti

Allarme per la Nadef al senato: maggioranza a meno tre votiBanchi vuoti e posti non disponibili al senato – LaPresse

Parlamento Mancano dieci senatori tra contagiati e isolati. L’ipotesi di uno spostamento della data della votazione. Per lo scostamento di bilancio serve la maggioranza assoluta. Problemi anche alla camera

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 8 ottobre 2020

Operazione 161. Il senato ha una settimana di tempo per trovare i voti necessari ad approvare lo scostamento di bilancio. Nella nota di aggiornamento al Def che andrà in aula mercoledì prossimo sono previsti 23 milioni di deficit aggiuntivo rispetto al tendenziale. La legge che applica il pareggio di bilancio introdotto in costituzione prevede che la relazione sullo scostamento dall’obiettivo medio di bilancio sia approvata a maggioranza assoluta. Di tutti i componenti: non contano missioni, assenti o astenuti, bisogna essere in aula a votare.

L’obiettivo della maggioranza assoluta al momento appare lontano per i giallo-rossi, non solo al senato ma anche alla camera. La causa è il diffondersi del virus che ha bloccato in casa una quarantina di deputati e una decina di senatori di maggioranza. Martedì, quando alla camera è mancato due volte il numero legale, il senato è riuscito a raggiungerlo per un soffio (due voti). Ma la maggioranza si è fermata a 138, mancano dunque 23 voti alla per la soglia che servirà giovedì 15 ottobre.
La situazione non è semplice neanche alla camera, dove però si fa affidamento sulla fine delle «quarantene». C’è solo una deputata di maggioranza positiva e i quaranta che sono stati costretti all’isolamento fiduciario precauzionale – che da ieri non è conteggiata ai fini del numero legale -, cioè i componenti delle commissioni bilancio ed esteri, entro la prossima settimana potranno rientrare. Il primo giro di tamponi ha restituito solo esiti negativi. Se l’epidemia non tornerà a mordere anche tra i parlamentari, la soglia della maggioranza assoluta di 316 sì è a portata di mano.

Al senato i problemi causati dal virus si aggiungo al preesistente affanno della maggioranza. Persino il turno elettorale di fine settembre che è stato una festa per tutta la compagine di governo, al senato ha portato un altro piccolo guaio con il passaggio di un seggio nelle suppletive dai 5 Stelle all’opposizione. Al momento preoccupa il bollettino dei contagiati, al senato sono cinque e tutti di maggioranza. Tre dei 5 Stelle (Anastasi, Croatti e Mollame) e due del misto (entrambi eletti all’estero, il sottosegretario agli esteri Merlo e il senatore Cario). Sono voti che mancheranno certamente, mentre si spera di recuperare i quattro o cinque che ancora ieri erano in isolamento fiduciario.

Chi ha fatto e rifatto i conti, però, si è fermato a quota 158. Facendo affidamento anche su un senatore a vita e soprattutto sull’intero blocco dei 95 voti dei 5 Stelle che in questi giorni di tempesta interna sono tutt’altro che affidabili. Ieri per esempio alla camera, malgrado ci fosse un voto atteso per recuperare l’incidente di martedì, 16 deputati grillini sono rimasti ugualmente assenti ingiustificati.

A palazzo Madama la situazione è tale che i 170 voti raggiunti a fine luglio sull’ultimo scostamento di bilancio appaiono come un miraggio. Del passaggio a rischio sulla Nadef hanno parlato ieri i rappresentanti dei partiti di maggioranza durante la conferenza dei capigruppo. Ed è stata fatta l’ipotesi di spostare il voto di qualche giorno, se si dovesse verificare che la maggioranza assoluta non può essere raggiunta per ragioni sanitarie. Ma a parte i tempi stretti previsti per il ciclo di bilancio, di cui la nota di aggiornamento al Def è parte, nulla autorizza a sperare che andando avanti la situazione possa migliorare. Al contrario. Ieri lo ha riconosciuto lo stesso presidente del Consiglio.

«Se la situazione dei contagi dovesse aumentare è chiaro che ci sarebbe un problema oggettivo per l’approvazione dei documenti contabili», ha detto Conte. E non solo per questi, perché la camera prima e il senato poi hanno in agenda modifiche costituzionali che richiedono ugualmente quorum alti calcolati su tutti i componenti delle due camere. Martedì sera il presidente della camera Fico, durante la riunione della giunta per il regolamento, per la prima volta non ha chiuso la porta all’ipotesi di forme di voto a distanza, come chiedono gli oltre cento deputati che hanno sottoscritto un’iniziativa del Pd Ceccanti. Fico ha promesso una «rapidissima» nuova convocazione della giunta per discutere di come affrontare i problemi posti dalla diffusione del contagio, «ivi incluso il tema della partecipazione a distanza ai lavori parlamentari».

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