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Allarme Nord Corea, solo il Giappone si agita

Allarme Nord Corea, solo il Giappone si agitaEsercitazioni di guerra in Corea del Sud – Reuters

Pyonyang Oggi scade la data fatidica: non sarà più garantita l’incolumità degli stranieri

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 10 aprile 2013

Tecnicamente, secondo l’intelligence di Seul, già oggi potrebbe avvenire il lancio di una testata coreana. Si tratterebbe dei missili Masudan, che nelle scorse settimane erano stati spostati sulla costa nord coreana e avevano fatto temere fin da subito il peggio. La notizia va presa con le pinze, perché già due giorni fa in Corea del Sud due ministri erano riusciti a contraddirsi in meno di un’ora. Le autorità americane infatti hanno precisato di non temere per la vita dei propri connazionali, dicendosi certi che le informative dei giorni scorsi che scongiuravano un lancio a breve, siano ancora valide.

La verità è che nessuno ha la minima idea di cosa possa accadere realmente, le notizie che provengono dai rapporti di intelligence non sembrano in grado di prevedere le prossime mosse di Kim Jong un, anche se da Seul l’agenzia di stampa sud coreana assicura che la vita sta scorrendo come nei giorni normali. La tensione tuttavia rimane, specie in procinto di date sensibili. Oggi infatti risuona il termine del fatidico 10 aprile, la data entro la quale Pyongyang aveva specificato di non poter garantire l’incolumità degli stranieri presenti in Corea del Nord. Sabato prossimo ci saranno le celebrazioni per l’inizio dei vent’anni di regno del padre di Kim, Kim Jong il, lunedì prossimo sarà celebrata la nascita dell’Eterno Presidente, Kim Il Sung, nonno dell’attuale leader.

[do action=”citazione”]Per l’intelligence di Seul a ore potrebbe avvenire il lancio di una testata. Ma per il momento l’unica guerra è economica:  bloccata la produzione a Kaesong. E Tokyo attiva gli anti-missili[/do]

E ieri a rinforzare le ipotesi che qualcosa possa pur accadere, la Corea del Nord ha chiesto l’evacuazione degli stranieri presenti nel Sud del paese. Un monito lanciato via agenzia di stampa e via televisione con le trasmissioni interrotte per annunciare un nuovo estenuante ultimatum: «Invitiamo tutte le istituzioni, le imprese straniere e tutti gli stranieri, tra cui i turisti, ad adottare misure di evacuazione in anticipo per la loro sicurezza». Anche la televisione coreana ha dato enfasi all’evento, pur ritornando subito a occuparsi dell’altro evento di giornata, ovvero il blocco completo delle attività a Kaesong.

Nella mattinata di ieri i nord coreani non si sono presentati al complesso industriale di Kaesong, dopo la decisione di chiudere l’area, come annunciato il giorno prima da parte delle autorità di Pyongyang. Il management sud coreano delle aziende presenti a Kaesong, ha specificato che la produzione è completamente bloccata e il rischio di un fallimento di tutta l’area è più che mai possibile. I sud coreani accusano il Nord di un clamoroso autogol economico e Kim di trasformare Kaesong in un «focolaio di guerra». Per ora inoltre, dei quasi cinquecento coreani presenti, solo un centinaio è tornato in Corea del Sud; il resto preferisce rimanere lì, temendo che andandosene ci vada di mezzo, magari per sempre, l’impiego. La presidente sud coreana Park si è detta «estenuata e contrariata» rispetto alla decisione della Corea del Nord, che mette di fatto in discussione l’unico progetto di cooperazione tra Nord e il Sud.

Riguardo invece le minacce nord coreane agli stranieri presenti sul proprio territorio, un portavoce della Casa Blu, la Casa Bianca sud coreana, ha specificato che «siamo sicuri che non solo i coreani del Sud, ma anche tutti gli stranieri che risiedono qui possano stare tranquilli e avere grande fiducia nella nostra capacità militare».

Chi invece ha deciso di muoversi e in fretta, è stato il Giappone. Ieri hanno fatto il giro del mondo le foto delle batterie di difesa anti missilistiche situate nel centro di Tokyo. Le difese antimissile Patriot sono state dispiegate dopo che il ministro della difesa, Itsunori Onodera, ha emesso ordini in cui invitava l’esercito giapponese ad abbattere qualsiasi missile nord-coreano che minacciasse di colpire il territorio giapponese. Le difese giapponesi sono fornite al paese dagli americani e sono da sempre pronte a eventuali minacce, stando alle parole del ministro della difesa. Analoghe misure sono state adottate dagli americani a Okinawa, l’isola giapponese che ospita la grande maggioranza degli oltre 500 mila tra soldati e personale militare Usa in Giappone.

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