All’Aquila musiche per la rinascita
Festival Su dodici palchi le giornate della rassegna Il jazz italiano per le terre del sisma
Festival Su dodici palchi le giornate della rassegna Il jazz italiano per le terre del sisma
Scalinata di S.Bernardino, 5 settembre, “main stage” per chiudere l’edizione 2021 de “Il jazz italiano per le terre del sisma”. Per la VII volta la musica di matrice afroamericana è risuonata su 12 palchi (dal MAXXI a p.zza del Duomo), con 150 jazzisti coinvolti ed una notevole risposta di pubblico. Il rapporto tra jazz italiano, città travolta dal terremoto del 2009 e località colpite da quello del 2016 si è rafforzato, in una solidarietà ri-costruttiva e lungimirante. La serata del 5, presentata da Fiorenza Gherardi De Candei, ha omaggiato maestri del passato recente, la cui eredità è ancora viva. Per primo il pianista, compositore, didatta e intellettuale Giorgio Gaslini (morto nel 2014), a cui è stato conferito un Premio alla Memoria e dedicato un prezioso concerto (su commissione) dalla Lydian Sound Orchestra, diretta da Riccardo Brazzale: da “Blues all’alba” (soundtrack de La notte di Antonioni) alla fascinosa Fellini Song è risuonata la musica di un artista scomodo e anticonformista, di un generoso innovatore e di un geniale “musicista totale”; se ne è parlato anche in un convegno con Brazzale, contributi musicologici di Maria Giovanna Barletta e Stefano Zenni (videomessaggio) e testimonianze di Claudio Fasoli. Il sassofonista ha suonato nella stessa serata con il quartetto Next (titolo del cd appena uscito per la Abeat), brani lirici e timbrico-coloristici di grande modernità e originalità: non a caso, a fine recital, Fasoli (più di 80 primavere) ha ricevuto il Premio alla Carriera, riconoscimento ad un artista coerente e creativo che è ancora vitalissimo.
I PREMI CITATI, però, non siano intesi in maniera “passatista” quanto come “memoria storica”: “Il jazz italiano per le terre del sisma” – che, per inciso, è il più grande festival dedicato al jazz del nostro paese, avendo in sette anni presentato oltre 4.000 jazzmen e jazzwomen – cambia direzione artistica ogni stagione e guarda con interesse alle giovani generazioni, ai progetti innovativi, al rapporto con le altre arti. Paolo Damiani, Rita Marcotulli e Alessandro Fedrigo (i direttori attuali) hanno sottotitolato la rassegna “L’Aquila Balla con le arti”, riferendosi sia al poliedrico futurista Giacomo Balla (evocato in musica dalla big band del conservatorio aquilano, diretta da Dino Betti Van Der Noot, anch’egli premiato per la sua carriera insieme all’organizzatore Lucio Fumo)che all’arte della danza. Al coreografo Virgilio Sieni (e alla sua compagnia) è stata affidata una sorta di “carte blanche” che si è articolata tra appuntamenti al museo Maxxi e a p.zza S.Silvestro.
Se di premi si è parlato, tra cui uno alla carriera dello straordinario fotografo Giuseppe Pino, non sono mancati quelli che guardano al presente. La Federazione Nazionale del Jazz Italiano, principale motore dell’iniziativa aquilana, ha premiato anche il sassofonista Attilio Sepe (“Giovani Visionari”), la violinista Anais Drago (“Premio ‘Taste of Jazz’ 2020”) e il sassofonista Lorenzo Bisogno (“Premio M.Urbani 2021”). Sui palchi, del resto, le proposte innovative non sono mancate. Il 5 settembre si sono potuti ascoltare, ad esempio, lo sperimentalismo vocale-elettronico di Ludovica Manzo (audace e ben strutturata performance in solo, “Serpentine”, alla Casa dello Studente); il pianista Alessandro Sgobbio – leader di gruppi italo-scandinavi – suonare con talento e creatività l’organo maggiore della Basilica di San Bernardino; il trio sperimentale (destrutturante, lirico, ispirato anche dalle poesie del pianista Umberto Petrin) con Francesco Orio-Michele Bondesan-Davide Bussoleni, peraltro vincitori del Premio Internazionale “Gianni Lenoci”, ricercatore sonoro e didatta scomparso prematuramente nel 2019.
TANTISSIME le iniziative a cui si può solo accennare, come quelle per bambini e ragazzi organizzate dall’Associazione Il Jazz va a Scuola e le presentazioni del volume “L’improvvisazione è improvvisata?” curato da Enrico Intra e del libro collettivo “Il jazz italiano per L’Aquila 2019-2020”, realizzato dall’associazione dei fotografi jazz AFIJ. L’evento – promosso soprattutto da ministero della cultura, comune de L’Aquila, SIAE e NuovoIMAIE – è stato organizzato in gran parte da FIJI, I-Jazz e MIDJ con il supporto della nuova associazione “Jazz all’Aquila” che, dal prossimo anno, dovrebbe diventare la principale realizzatrice, con i nuovi direttori artistici: Francesco Mariotti (organizzatore di “Pisa Jazz”, premio “Nuove Direzioni”), il compositore e direttore Riccardo Brazzale, il pianista Claudio Filippini.
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