Visioni

Alla Scala una Serata contemporanea

Alla Scala una Serata contemporaneaBirds walking on water, Mick Zeni e il corpo di ballo- – foto di Brescia e Amisano/Cortesia teatro alla Scala

Danza Lunghi e calorosi applausi hanno accolto i ballerini del Piermarini con il ritorno del pubblico in platea e in ogni ordine dei palchi.

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 9 luglio 2021

Lunghi e calorosi applausi hanno accolto ieri sera i ballerini del Teatro alla Scala con il ritorno del pubblico in platea e in ogni ordine dei palchi. Una riconquistata vicinanza agli artisti, che, nel rispetto delle regole sul distanziamento tra poltroncine occupate e posti disponibili, si è sentita. Occasione il debutto di Serata Contemporanea, in replica stasera alle 19 con pochissimi cambi di cast: sette titoli per sette autori per scoprire sfaccettature nuove sulle personalità che compongono il Corpo di Ballo del Piermarini. Il quid autoriale di Philippe Kratz, coreografo cresciuto in seno a Aterballetto, si è riconfermato con la ripresa in apertura del suo pezzo SENTieri, visto online nella serata Grandi Momenti di danza. Al pianoforte in palcoscenico Marcello Spaccarotella esegue Chopin, in sensibile sintonia con il trio di Alessandra Vassallo, Christian Fagetti e Andrea Risso (passato a stabile nel corpo di Ballo): un danzare che, rivelando il respiro della linea coreografica, dà luce alla qualità dinamica dei tre, perfettamente a loro agio nella scrittura di Kratz. Autore a cui Legris ha già affidato uno dei debutti in prima assoluta della prossima stagione: Solitude Sometimes.

CON KRATZ in gennaio 2022 ci sarà modo di conoscere di più anche la scrittura di David Dawson, sopraffino autore britannico che darà alla compagnia scaligera il suo intrigante Anima animus: in Serata contemporanea è in scena il duo A sweet spell of oblivion, su Il clavicembalo ben temperato di Bach, uno dei pezzi più eccitanti del programma. A danzarlo la prima ballerina Virna Toppi in coppia con Gabriele Corrado (appena passato solista). Costumi aderenti alla pelle color giallo oro, punte, un intreccio di linee apollinee che si drammatizzano con folgorazioni istantanee e dionisiache. Accenti, dettagli, scivolate nella gravità, braccia di improvvisa espressività di disegno, inclinazioni del collo, «l’oblio un luogo di libertà» spiega Dawson, un interrogativo aperto sulla natura umana. Scelta perfetta, Toppi e Corrado. Serata Contemporanea porta in Scala anche Simone Valastro, formazione scaligera, carriera cresciuta all’Opéra di Parigi come danzatore e poi come autore. Il suo duo Árbakkin, danzato in un’atmosfera notturna e fumosa, indaga il sentire di coppia, il trovarsi e perdersi: bella prova per la prima ballerina Antonella Albano in coppia con Massimo Garon, stasera in scena Emanuela Montanari e Gioacchino Starace (passato stabile nel Corpo di Ballo). Il duo sarà anche in scena all’aperto nei prossimi giorni per La Scala in città insieme al pezzo di Kratz e altri titoli.

Mattia Semperboni in The Labyrinth of Solitude, foto Brescia e Amisano/Cortesia teatro alla Scala

SUCCESSO VIVO per Mattia Semperboni (passato a solista con il recente concorso), interprete dell’assolo The Labyrinth of Solitude di Patrick De Bana. Un ritratto intimo in cui il virtuosismo si intreccia con efficacia al racconto di sè. Nato per un grande della scena quale Ivan Vassiliev una decina di anni fa, in omaggio al genio tormentato di Vaslav Nijinskij, per Semperboni è un’opportunità eccellente. Attesa anche per la creazione di Natalia Horecna, Birds walking on water, in cui il ruolo principale è stato ideato su Mick Zeni, primo ballerino di toccante spessore, prossimo alla pensione. Horecna costruisce una metafora della vita, del tempo che scorre, dell’essere guida e del sapere di dover lasciare. Uno stormo umano di sedici ballerini accompagna il protagonista sulle note di Part, Sibelius, Martynov in un viaggio personale a cui Zeni dà corpo con convinzione.

E se il pas de deux da Tristan and Isolde di Krzysztof Pastor, con la coppia di primi ballerini Nicoletta Manni e Timofej Andrjashenko, lirici e tragici al contempo, ha un sapore più tradizionale, il finale è riservato a un pezzo inossidabile, nonostante i suoi 25 anni di vita: The Vertiginous Thrill of Exactitude di William Forsythe. Pochi come questo genio settantunenne sanno flirtare ancora oggi con il vocabolario classico-accademico in una visione contemporanea. D’altronde il titolo, Il vertiginoso brivido della perfezione, dice già tutto sull’eccitazione di giocare tra virtuosismo e velocità, gusto della forma e sua vorace e divertita trasformazione, un pezzo culto su musica di Schubert danzato in viola e verde con i famosi tutù rigidi a ruota. Svettano in apertura con perseverante brillantezza Nicola Del Freo e Marco Agostino: entrambi hanno vinto al concorso il ruolo di primo ballerino. Con loro a fendere lo spazio la prima ballerina Martina Arduino, Agnese di Clemente (passata a solista), Gaia Andreanò. Un pezzo che è sempre una gioia rivedere.

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