Cultura

Alla ricerca del tempo perduto. Fra i vagoni

Alla ricerca del tempo perduto. Fra i vagoniJaroslav Rudiš

Scaffale Il libro «Trenomania!» dello scrittore e drammaturgo ceco Jaroslav Rudiš, pubblicato da Edt

Pubblicato circa un anno faEdizione del 26 settembre 2023

Dopo il grande successo tedesco di queste «istruzioni per l’uso» per viaggiare in treno in tutt’Europa, Trenomania! arriva anche in Italia (Edt, pp. 296, euro 15). Ogni pagina di questo struggente reportage di viaggio è accompagnata da ricordi e immagini dell’«interminabile mappa ferroviaria» che, rispecchiando la Via Lattea, ricopre l’intero continente.
Fin dal suo primo romanzo, Il cielo sotto Berlino, che aveva elevato a protagonista la metropolitana della capitale tedesca, Jaroslav Rudiš rappresenta una delle voci più originali della letteratura ceca recente. In italiano erano stati finora pubblicati tre romanzi e la graphic novel Alois Nebel, anch’essa incentrata sulle ferrovie, realizzata assieme al disegnatore Jaromír 99. L’autore vive da anni tra Berlino e Lomnice nad Popelkou e i suoi ultimi libri sono stati scritti in tedesco, compreso questo «viaggio meraviglioso sui binari d’Europa», come recita il sottotitolo dell’edizione italiana.

LA MIOPIA e i «maledetti occhiali» hanno impedito al protagonista di guidare le locomotive, ma non hanno potuto arrestare la sua sete di viaggio, la vera forza motrice del libro. L’instancabile narratore attraversa infatti in treno l’intera Europa, assaporando gli odori di ogni paesino, i cibi locali, consumati nei vagoni ristoranti o nelle bettole delle stazioni e, ovviamente, la birra che, nelle sue innumerevoli varianti, trova un po’ ovunque. A interessarlo non è però l’alta velocità, ma le linee tradizionali, con tutte le piccole differenze di scartamento e i problemi tecnici brillantemente risolti dagli ingegneri che un po’ ovunque hanno progettato viadotti e gallerie.
Con un moto ondivago veniamo portati in paesi sperduti, dalla Sicilia all’Ucraina, per il puro piacere di viaggiare (non manca nemmeno il diario di un «esperimento», un viaggio di 40 ore attraverso la Germania, 2600 chilometri percorsi con 14 treni). Per Rudiš tutto nasconde un racconto e la sua grande capacità è quella di tirare fuori sia la «storia con la ‘S’ maiuscola», sia innumerevoli storie di binari, stazioni, treni e passeggeri, in un continuo dialogo tra macchinisti e appassionati di ferrovie, che si incontrano nelle carrozze ristoranti, veri centri gravitazionali di curiosità.
E i compagni di questo viaggio non sono solo i grandi autori della letteratura ceca (Jaroslav Hašek, Franz Kafka e, soprattutto, Bohumil Hrabal), ma anche tutto quel caleidoscopio di romanzi, opere e film di tutto il mondo con le loro memorabili scene di viaggio, che si accavallano nel racconto. Quella di Rudiš è una «ricerca di un tempo perduto» perché i libroni degli orari collezionati dal protagonista, riflettono in fondo i cambiamenti storici, come ad esempio l’ampliamento dei collegamenti internazionali nei mesi della Primavera di Praga. E, vista su una cartina ferroviaria, la Mitteleuropa non fa certo parte dell’Europa dell’est, ma si trova proprio al centro di una grande rete. Le ferrovie riflettono quindi un’Europa ben più interconnessa di quanto potrebbe sembrare, ma non attraverso i veloci «corridoi metropolitani» che uniscono via terra o in volo le grandi capitali, ma attraverso i capillari collegamenti regionali.

E IL LETTORE, travolto dalle storie sapientemente intrecciate dall’autore, non può che farsi prendere per mano e accompagnare passo dopo passo attraverso un’Europa impossibile da percorrere per intero, tante sono le sue linee ferroviarie. E all’improvviso ci si apre davanti l’immagine di un continente tutto sommato ancora «in buona salute», perché in verità «sono le tratte ferroviarie che tengono insieme i pezzi della nostra Europa». Quella di Rudiš non è solo la nostalgia per un passato scomparso, ma anche la riscoperta di un presente che esiste ancora, pur se spesso non lo vediamo più. Mentre ci sarebbero «così tanti posti. Così tante stazioni. Così tante possibilità».

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