La narrazione prevalente, fin qui, è stata molto semplice: dopo due anni di presenza al governo, il M5S avrebbe perso la propria “innocenza”. Una forza nata e cresciuta sull’onda della protesta contro la “casta” non regge alla prova di un’azione di governo che obbliga a scelte di campo. C’è del vero in questa spiegazione, ma una chiave di lettura meno contingente mette sotto osservazione due elementi centrali: il regime di democrazia interna con il modello organizzativo, e il profilo di cultura politica. All’inizio, il M5S nasce dalla fusione tra due spinte: il ruolo carismatico del leader, ma anche la mobilitazione...