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Alla Leopolda nasce Italia Viva, e sgomitante

Alla Leopolda nasce Italia Viva, e sgomitanteMatteo Renzi presenta la sua nuova formazione politica

Fuoco amico Nel secondo giorno della kermesse si battezza il nuovo partito (ma l'account twitter risale al novembre scorso), fra attacchi al Pd e richieste di cancellare quota 100 dalla manovra economica "per sostenere le famiglie". Presentato il simbolo, aperto il tesseramento on line "perché il tempo dei signori delle tessere e delle correnti è finito".

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 20 ottobre 2019

La “Leopolda zero polemiche” dura un battito di ciglia, sotto il fuoco di fila di ex segretari di sezione, consiglieri comunali, anche sindaci (per tacer di Maria Elena Boschi), mai teneri nei loro interventi con il partito che hanno lasciato.

E se anche “chi non ama le polemiche si imparenta coi regimi”, sempreverde massima biscardiana, per certo la seconda giornata della kermesse delinea con sufficiente chiarezza una delle direzioni di marcia del nuovo partito di Matteo Renzi. Una formazione politica il cui account twitter risale addirittura al novembre scorso (!), e che prende forma con la scelta del simbolo (una V fucsia a forma di gabbiano stilizzato, con la scritta “Italia Viva” bicolore blu e fucsia su sfondo bianco), e il via ufficiale al tesseramento. Rigorosamente on line, “perché il tempo dei signori delle tessere è finito: ciao ciao correnti”, declama il leader unico, aprendo i lavori in una Stazione Leopolda presa ancora d’assalto da aficionados di ogni età.

La casetta granducale si rivela troppo piccola per contenere una folla che si mette in fila davanti ai cancelli ancor prima dell’alba. “Dispiace per chi è rimasto fuori – qui Renzi è sincero – ci stiamo organizzando per domani per mettere maxischermi nella piazza accanto”. Gongolano gli organizzatori, che fanno sapere di aver rilevato almeno un 30% di presenti mai stati prima alla Leopolda. Entusiasti anche i partecipanti ai 50 tavoli tematici, coordinati dai parlamentari di Iv, dove spiccano le figure di Maria Elena Boschi e di Teresa Bellanova. La prima sovrintende alla discussione su “Donne e lavori”: “Si collega al Family act – puntualizza Boschi – dove potrebbero essere utilizzate le risorse di ‘quota 100’ per il sostegno alle famiglie, ai figli, alle donne che lavorano”.

Sul palco è la stessa ministra per le pari opportunità e la famiglia del governo Conte, Elena Bonetti, a illustrare le linee guida del Family act, work in progress a sostegno, appunto, delle famiglie: “Vogliamo introdurre un assegno universale per i figli, un contributo mensile, perché l’attività educativa è un’azione civica, non un fatto privato delle famiglie”. Bonetti spiega che il suo dicastero sta poi lavorando “a congedi parentali anche per i papà, perché l’educazione dei figli richiede la partecipazione di tutti e due i genitori”. Il provvedimento dovrebbe essere introdotto nel 2021. “È un progetto volutamente incompiuto. Da qui diamoci un anno di tempo per specificare le misure”. Compresa la realizzazione di asili nido e centri polifunzionali per le famiglie, un piano casa a favore delle giovani coppie, e l’introduzione di un credito di imposta sulle attività formative”.

Intanto Teresa Bellanova, più che i tavoli tematici, è impegnata a spegnere i fuochi accesi da Boschi (“Il Pd sta diventando il partito delle tasse, e noi non siamo il partito delle tasse”) e dallo stesso Renzi, che continua a lavorare ai fianchi la manovra economica: “Noi diciamo che per le pensioni quota 100 per 150mila persone, con un costo di 20 miliardi in tre anni, è un’assurdità”. Di qui gli affanni della ministra dell’agricoltura, capo delegazione di Iv nell’esecutivo: “Pd partito delle tasse? Non lo so, io dico che Italia Viva è ‘no tasse’, e ha contribuito a migliorare le proposte nella legge di bilancio. Perché noi siamo quelli che richiamano tutti al rispetto delle intese sottoscritte. Abbiamo chiesto un incontro al presidente della Repubblica e lo abbiamo avuto, ora il presidente del Consiglio ha avuto un’identica richiesta da parte nostra, e mi ha detto informalmente che ci farà avere una data”.

Alla fine però anche Bellanova finisce per accendere un fuocherello: “Stiamo costruendo una nuova casa perché abbiamo preso atto che in quella vecchia non c’erano le condizioni per stare. Dopodiché abbiamo fatto un accordo di governo, e su quello credo che dobbiamo dimostrare tutti serietà e rigore. Per il resto noi diciamo semplicemente che il M5S, per noi, non è un alleato strategico, al prossimo appuntamento nazionale di voto saremo avversari”.

Nella sessione pomeridiana, dedicata agli interventi dal palco, non ci sono solo ex con sassolini nelle scarpe da togliersi. Colpisce, fra i tanti, la difesa del Servizio sanitario nazionale fatta dalla farmacista Claudia, malata di Sla: “Quando andiamo in un pronto soccorso possiamo aspettare anche delle ore, ma alla fine i sanitari si prendono cura di te, senza distinzioni di etnia, di condizioni economiche, del colore della tua pelle”. La sapiente regia di Lucio Presta ha fatto della decima Leopolda un programma tv a tutti gli effetti, con le quattro giovani (Benedetta Onori, Arianna Furi, Gessica Laloni, Danja Stocca) uscite alla scuola di formazione politica del Ciocco che presentano gli oratori, e un raggiante Renzi a chiudere la giornata con una stoccata, finalmente, alla destra: “La nostra casa è a prova di ruspa!”.

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