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Alla camera decolla l’asse Sel-Grillo

Alla camera decolla l’asse Sel-Grillo

Parlamento Commissioni e ritiro dall’Afghanistan, Sel e 5Stelle vanno a braccetto sui lavori. Domani la mozione sul ritiro da Kabul

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 4 aprile 2013

«Prima il governo, poi le commissioni». Pd e Pdl non cambiano linea sull’ordine dei lavori parlamentari. Entro stasera alle 20, obbediente come un soldatino, il partito democratico consegnerà al presidente del senato Pietro Grasso i nomi dei suoi membri delle commissioni permanenti. Ma questo non vuol dire che poi partano velocemente, come chiedono invano da giorni sia i 5 Stelle che Sel.

 

Grasso infatti deve contare i «resti» dei componenti (il calcolo iniziale è semplice: numero dei senatori diviso le 13 commissioni) e distribuirli a suo giudizio in modo da rispettare proporzionalità dei gruppi e, si parva licet, anche maggioranza e opposizione.

 

Situazione ancora più intricata alla camera, dove i «grillini» sono il secondo gruppo parlamentare dopo il Pd e dove è sempre più evidente l’«asse» con Sel per cercare un aggancio politico anche su altre quisquilie, come Quirinale e eventuale governo del «cambiamento». Anche Lega e «montiani» frenano sull’avvio dei lavori: anche se hanno già stilato l’elenco dei membri esitano a consegnarlo alla presidenza.

 

Così, pur senza prendere posizione ufficialmente a favore di una tesi o dell’altra, la presidente della camera Laura Boldrini rinnova l’appello ai partiti a fare presto e a designare le competenze dei deputati ma senza dettare né tempi né modi (del resto a Montecitorio – a differenza del senato – il regolamento non prevede un termine temporale tassativo).

 

Sel e M5S divergono solo su un punto: mentre i «grillini» insistono su un parlamento totalmente scollegato dalla fiducia a un governo, Sel chiede una «terza via»: che si formino le commissioni ma si attenda la definizione di maggioranza e opposizione almeno per l’elezione dei presidenti, affidandole provvisoriamente ai deputati più anziani.

 

La questione procedurale si ingarbuglia ancora di più perché investe le competenze dell’unica commissione istituita finora, il «super» organismo provvisorio che deve esaminare i decreti.

 

Martedì l’aula della camera deciderà se far discutere il futuro decreto legge sui debiti della p.a. a questa commissione oppure no. I paletti sono molto rigidi e la capogruppo M5S Lombardi ha chiesto di rispettarli, affidando il futuro decreto alla commissione Bilancio. Tutti gli altri partiti sono invece di diverso avviso e quindi, almeno finora, decideranno di proseguire come adesso prolungando ancora lo stallo. In questa commissione, del resto, finora il Pd ha avuto il ruolo di relatore di maggioranza e i «grillini» quello di opposizione.

 

L’asse Vendola-Grillo potrebbe rimpolparsi con una mozione che chiede il ritiro delle truppe dall’Afghanistan. I 5 stelle la presenteranno domani e Sel potrebbe sostenerla: «La nostra posizione è nota – dice il capogruppo Migliore – leggeremo e valuteremo».

 

Il ministero della Difesa fa sapere che il ritiro completo dei 3mila soldati della missione Isaf è già previsto entro la fine del 2014 e che «accelerarlo è difficile».

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