Alitalia, si vola a vista
Scimitarra araba Via libera del cda ad Etihad. Con migliaia di esuberi, caso Malpensa, debiti da affrontare e dubbi dell'Ue
Scimitarra araba Via libera del cda ad Etihad. Con migliaia di esuberi, caso Malpensa, debiti da affrontare e dubbi dell'Ue
Di sicuro c’è solo il via libera del consiglio di amministrazione Alitalia a chiudere le trattative con Etihad. Per il resto si vola a vista. In prima battuta non è ancora chiaro quanti siano gli esuberi chiesti dagli arabi. Sul punto i sindacati del trasporto aereo sono stati convocati il 12 giugno, per discutere testualmente di “prospettive aziendali e provvedimenti necessari”. A ruota c’è la trattativa con le banche creditrici, azioniste e non, dell’ex compagnia di bandiera italiana. Una discussione infinita: “E’ ancora in corso”, conferma al termine del cda il presidente del collegio sindacale Tommaso Di Tanno.
Quanto al caso Malpensa, di fronte alla richiesta di chiarimenti fatta dal presidente lombardo Roberto Maroni arriva subito la stizzita replica del ministro Maurizio Lupi, che dice di non conoscere il piano industriale ma al tempo stesso assicura il raddoppio dei passeggeri in partenza dallo scalo bustocco. Infine il dossier Alitalia-Etihad resta sotto osservazione da parte dell’Unione europea. Anche perché Lufthansa non ha intenzione di abbozzare: “A seconda di come evolverà la situazione – fa sapere la compagnia tedesca – non è escluso che Lufthansa decida azioni concrete presso la Commissione Ue”.
I “provvedimenti necessari” annunciati dal board di Alitalia ai sindacati dovrebbero tradursi nella richiesta di Abu Dhabi di eliminare, definitivamente, dai 2.500 ai 3.000 addetti. Si tratta di un prerequisito, in altre parole Etihad non ha intenzione di imbarcarsi in faticose trattative e lascia ad Alitalia – e al governo – tutto il lavoro sporco. Con i sindacati confederali, favorevoli all’accordo con la compagnia araba, che si trovano in una posizione scomodissima.
“Non solo si tratta di numeri drammatici – avverte sul punto l’Usb del trasporto aereo – ma si calano in una realtà ancora più disastrosa fatta di migliaia di esuberi di Meridiana, Sea, Groundcare e Windjet. Senza dimenticare i 2.000 colleghi ex-Alitalia che stanno finendo la mobilità senza avere alcuna prospettiva. Stiamo parlando di quasi 10mila esuberi; numeri che si sommano a quelli chiesti da Etihad, rendendo ancora più ingestibile il problema, tra l’altro in una nazione che ha un tasso di disoccupazione quasi al 14%.”
Il sindacato di base mette anche il dito sulla piaga di un accordo firmato appena tre mesi fa con il management Alitalia: “Non siamo d’accordo con chi quasi rivendica una nuova procedura 223, abbiamo la solidarietà e la cigs appena firmate, ci sembrano davvero più che sufficienti per gestire una fase transitoria”. Una fase che tocca da vicino anche le prospettive di Malpensa e del suo indotto lavorativo. Un aspetto ben presente nelle richieste di chiarezza fatte da Maroni e dal sindaco milanese Giuliano Pisapia. Di fronte alle quali Lupi fa l’ennesima promessa azzardata: “Il governo ritiene Malpensa uno scalo strategico – detta il ministro dei trasporti – ed è intenzione di Alitalia di più che raddoppiare le frequenze intercontinentali, portando da 250mila a 500mila i passeggeri che partono da quello scalo”. Ma con quali addetti, visti i tanti esuberi chiesti da Etihad?
Nel mentre l’attuale, principale azionista di Alitalia-Cai annuncia il suo futuro disimpegno: “Tutto quello che si può fare per la trattativa con Etihad va fatto – avverte Carlo Messina di Intesa San Paolo – è un’operazione che deve basarsi su un piano industriale serio, che deve essere accettato anche dal sindacato. Per quanto ci riguarda, chiediamo che ci possa essere una way out per Intesa San Paolo. Perché noi abbiamo l’intenzione di uscire da Alitalia, come da altre società”.
Infine, sul fronte europeo, alle rassicurazioni sparse a piene mani da Lupi non fa eco il commissario Ue ai trasporti Siim Kallas: “Daremo una vera valutazione solo quando il governo avrà preso la sua decisione su controllo e maggioranza della società. Solo allora la questione sarà valutata legalmente”. Perché Lufthansa non molla l’osso: “Su questa operazione abbiamo già ripetuto molte volte la nostra posizione (assai critica, ndr). Siamo sicuri che la Commissione la esaminerà con molta attenzione”.
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