Alitalia: Lufthansa o Delta? Sarà comunque un massacro
Cieli Precari Mise e Fs dovranno scegliere il partner industriale ma entrambi i piani prevedono esuberi e tagli di tratte e aerei. I tedeschi giovedì sveleranno le cifre
Cieli Precari Mise e Fs dovranno scegliere il partner industriale ma entrambi i piani prevedono esuberi e tagli di tratte e aerei. I tedeschi giovedì sveleranno le cifre
Più va avanti, la querelle Alitalia, più si ingarbuglia. Sette proroghe non hanno ancora portato alla proposta vincolante e la svolta di Lufthansa rimette in gioco tutto, a partire dalla composizione della cordata. Sono state le pressioni di Atlantia a convincere i tedeschi a fare finalmente il grande passo: mettere fino a 200 milioni nell’avventura. Intendiamoci, non sono molti e non sono tanti di più dei 150 promessi da Delta a Fs. Ma di questi tempi non si buttano via.
L’alternativa è chiara anche se in entrambi i casi negativa. Da una parte mantenendo l’impegno con Delta, governo e Fs sanno che il numero di esuberi sarà più basso sebbene c’è il – concreto – rischio di ripetere il modello Etihad: gli americani entrano solamente per riempire i loro voli intercontinentali più redditizi. Con Lufthansa gli esuberi sarebbero di molto superiori – si parla di 4mila contro 2.500 – mentre Alitalia rischierebbe comunque di diventare un’altra compagnia regionale del colosso tedesco, come ribadito ieri da Stefano Fassina. Quasi impossibile invece che sia Delta che Lufthansa entrino nella stessa cordata: fanno parte di due alleanze globali contrapposte – SkyTeam contro Star Alliance. La scelta spetterà al Mise e a Fs e sarà decisiva. Ma entrambe le alternative sono lontane anni luce dai proclami iniziali di «piano di rilancio e di sviluppo» del M5s.
Nel frattempo intanto si sono delineati meglio i contorni dell’offerta di Lufthansa. I tedeschi sono disposti ad accollarsi i costi dell’uscita dall’alleanza Skyteam per entrare in Star Alliance, anche se resta da capire se l’impegno comprende anche la penale. Lufthansa chiede espressamente l’attivazione di un piano di ristrutturazione relativo a flotta, personale e network. La riduzione della flotta a poco meno di 100 velivoli comporterebbe da subito la rinuncia agli Embraer, i cui equipaggi potrebbero essere dirottati sulla controllata Air Dolomiti, e l’impiego di soli Airbus, sia per il medio raggio (che punterebbe su Linate per collegare l’Europa) che sul lungo raggio da Fiumicino con lo sviluppo di collegamenti con United Airlines, partner appunto di Star Alliance.
In questi giorni sono previsti a Francoforte una serie di incontri tra Fs e i vertici di Lufthansa per mettere a punto i dettagli. Forse parteciperanno anche i commissari straordinari che da un paio di settimane hanno un ruolo diretto nella trattativa. Mercoledì saranno ascoltati in audizione dalle Commissioni Trasporti e Attività produttive della Camera, mentre il giorno dopo a Francoforte nel cda di Lufthansa l’ad Carsten Spohr annuncerà la cifra sull’investimento «importante» in Alitalia.
In tutto questo naturalmente i sindacati sono sul piede di guerra. «Trasecolo» davanti alle cifre sugli esuberi, afferma il segretario generale Fit-Cisl Salvatore Pellecchia: «al Mise ci hanno sempre detto che non ce ne sarebbero stati». «Rigettiamo qualsiasi ipotesi di esuberi, per noi è assurdo discuterne quando non abbiamo visto nessun piano industriale – sottolinea il segretario nazionale Filt Cgil Fabrizio Cuscito – il governo ha il dovere di scegliere il partner industriale più idoneo in termini di sviluppo e tutela delloccupazione».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento