Economia

Alitalia: «2200 esuberi». Senza ritorno

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Il piano L’ad Del Torchio anticipa l’accordo con Etihad: niente cig a rotazione né solidarietà. Sindacati contrari. Cisl: «Ci convocano per dirci cosa?». Cgil: «Mobilitazioni». E intanto pare che Malpensa si salvi

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 10 giugno 2014

«Oltre 2.000 persone, 2.200 esuberi strutturali: queste persone purtroppo devono uscire». La notizia arriva come un flash, in mezzo alle altre agenzie: da poco sono passate le 13, e il pranzo è rovinato per molte famiglie. L’amministratore delegato di Alitalia, Gabriele Del Torchio, con le sue parole ha diradato tutti i dubbi (e le speranze) che ancora si addensavano intorno al tema «esuberi»: molti speravano che si potessero affrontare con la cassa a rotazione e la solidarietà, strumenti che di solito si utilizzano in vista di un rientro, ma niente da fare. Gli arabi di Etihad hanno dettato le loro condizioni: biglietto di sola andata per 2.200 lavoratori. E la compagnia italiana, insieme al nostro governo, sembra semplicemente averne preso atto.

«C’è l’assoluta necessità per Alitalia e le altre compagnie di passare attraverso un complesso, doloroso e faticoso processo di ristrutturazione», ha continuato Del Torchio. E poi, riferendosi alle persone in uscita: «La posta in gioco sono le oltre 11 mila che resteranno», l’accordo con Etihad «ci permetterà di affrontare con maggiore serenità il futuro».

L’impegno, per chi verrà lasciato senza lavoro, ha ancora aggiunto l’ad della compagnia, è quello di «trovare opportuni meccanismi e forme di tutela». Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che già qualche giorno fa aveva lui stesso anticipato il numero dei 2000-2200 esuberi (facendo capire che c’era un ok implicito del governo Renzi), ha confermato questa linea: «Il problema degli esuberi si sapeva essere presente», e «quindi va affrontato».

Intanto sono state confermate le cifre dell’investimento di Etihad: «560 milioni, per rafforzare la compagnia», ha detto Del Torchio, che ha parlato di «qualche settimana per concludere gli accordi». Cercando poi di fugare gli appunti che potrebbe muovere la Ue: «È un progetto che vedrà il mantenimento della maggioranza dell’azionariato in Italia, o meglio in Europa perché abbiamo Air France come socio». «Non stiamo vendendo la compagnia ai potenziali partner di Abu Dhabi, ma vogliamo allearci con loro».

Insomma, la strada sembrerebbe del tutto in discesa, se non si mettessero in mezzo i sindacati: che per oggi, per “discutere” il piano (in pratica sembra più un “prendere o lasciare”), sono stati convocati dai ministri del Lavoro Poletti e delle Infrastrutture, Maurizio Lupi.

«Cosa ci convoca a fare un amministratore delegato che mette le carte sul tavolo… dei giornali?», si chiede infatti Giovanni Luciano, segretario generale della Fit Cisl. «Occorrerebbe più rispetto. Per le persone interessate e per chi le rappresenta. Questi esuberi, oggi fanno un lavoro inutile o sono a spasso? Poi perché 2.200? Come si arriva a questo numero? Dovrebbe essere tutto correlato al nuovo piano industriale e non così a prescindere». «Chiedere sacrifici sempre agli stessi può portare a scontri molto duri», conclude la Cisl.

Dura anche la reazione della Cgil: «Del Torchio si sbaglia di grosso, nel merito e nel metodo», dice Mauro Rossi della Filt Cgil. «Mentre sono ancora in corso le interminabili trattative con le banche, lui dà per inevitabili oltre duemila licenziamenti. Non mi viene in mente un aggettivo diverso da “scorretto”, con riferimento al bombardamento mediatico sugli esuberi attivato da ieri dall’ad di Alitalia». Claudio Di Berardino, Cgil Lazio, annuncia una possibile «mobilitazione» anti-esuberi.
Intanto, se da un lato si è alzata la tensione sul destino del personale, dall’altro pare essersi calmato il fronte Malpensa:ieri il ministro Lupi ha incontrato il governatore della Lombardia Roberto Maroni e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. «Come scritto nel Piano nazionale degli aeroporti – ha spiegato Lupi – Malpensa è l’unico scalo strategico del Nord-Ovest per il quale il piano Alitalia-Etihad prevede il passaggio da 11 a 25 delle frequenze settimanali dei voli intercontinentali a lungo raggio, con un incremento annuale dei passeggeri a 550.000». Nei due scali, come anche a Venezia, «arriverà l’alta velocità ferroviaria». E Malpensa inoltre «vedrà un forte sviluppo del cargo, con l’obiettivo di farlo diventare l’hub europeo del settore».

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