Michelangelo aveva iniziato la cappella della famiglia Medici nella chiesa di San Lorenzo a Firenze nel 1520 lasciandola però incompiuta quando fuggì a Roma nel 1534, abbandonando per sempre la città gigliata. Sarebbe stata inaugurata solo nel 1544, una volta che Niccolò Tribolo installò le sculture lasciate a terra dal Divino artista. Giorgio Vasari, nelle sue Vite, descrive la Sagrestia Nuova come il luogo in cui Michelangelo avrebbe messo in campo una novità tale che gli artisti gli erano in «infinito e perpetuo obligo», perché egli aveva saputo rifondare in un sol colpo una intera tradizione, lasciando da parte l’esempio...