Alec Baldwin, il processo per omicidio colposo sul set di «Rust» è archiviato
Hollywood Decisivo un vizio di forma, le regole per le armi sui set ancora poco chiare
Hollywood Decisivo un vizio di forma, le regole per le armi sui set ancora poco chiare
Alla fine ha vinto il vizio di forma. Si è conclusa così la lunga vicenda giudiziaria legata alla sparatoria sul set del film western Rust. Nell’ottobre 2021 l’attore Alec Baldwin aveva accidentalmente ucciso la direttrice della fotografia del film, la quarantaduenne Halyna Hutchins, durante la ripresa di una scena: la sua pistola non era caricata a salve come avrebbe dovuto, ma con proiettili veri.
DA ALLORA è partito il lungo iter processuale. Alec Baldwin -l’attore statunitense, 66 anni, oltre ad essere il protagonista è anche il produttore di Rust – ha sempre sostenuto che non spettava a lui verificare che la pistola fosse a salve. La responsabile delle armi sul set, la giovanissima Hannah Gutierrez-Reed (27 anni) è stata condannata l’aprile scorso a 18 mesi di carcere per omicidio colposo. Baldwin – nella sua bacheca tre Golden Globe per la serie televisiva 30 Rock e una candidatura all’Oscar per il film di Wayne Kramer The Cooler – rischiava una sentenza simile, l’accusa sosteneva infatti la negligenza dell’attore in materia di sicurezza. In particolare, secondo la Pm Erlinda Johnson, Baldwin avrebbe infranto alcune «regole cardinali»: non bisognerebbe mai puntare un’arma ad una persona e sparare, nemmeno su un set. La difesa ha sostenuto per lungo tempo l’innocenza dell’imputato – tutta la colpa sarebbe stata della collega Gutierrez-Reed – ma giovedì scorso è cambiata la strategia, quando gli avvocati sono venuti a sapere che un ufficiale di polizia in pensione aveva consegnato all’ufficio dello sceriffo di Santa Fe, all’inizio di quest’anno, una busta con dei proiettili raccolti sulla scena del crimine. Gli inquirenti però non avevano avvisato la difesa, che non ha potuto esaminare queste nuove prove – «non credevo fossero rilevanti», dirà la Pm.
La giudice Marlowe Sommer ha quindi preso la sua decisione: «La scoperta tardiva di queste prove durante il processo ha impedito l’uso efficace delle stesse, tanto da inficiare l’equità fondamentale del procedimento. Se questa condotta non raggiunge la malafede, certamente ci si avvicina molto». Processo archiviato.
NON SI È dunque presa una decisione nel merito delle responsabilità del tragico episodio e tutt’ora mancano delle regole precise sull’uso delle armi sul set. Ci sono solamente, negli Stati uniti, delle «regole consigliate» dall’Industry-Wide Labor-Management Safety Committee dove si invita a trattare tutte le armi come se fossero cariche, vista la loro pericolosità. Un incidente fatale come quello di Rust non avveniva dal 1993, con la morte di Brandon Lee durante le riprese de Il corvo.
Ora che il caso giudiziario è chiuso, si aspetta di conoscere il futuro del film, che dopo la morte di Halyna Hutchins è stato – discutibilmente – completato da Baldwin e dal regista Joel Souza. Per ora non ci sono distributori, ma con l’archiviazione il discorso potrebbe riaprirsi.
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