Alborosie incontra i Wailers, alchimia reggae-metal
Note sparse Curiose aperture musicali in «Unbreakable», il nuovo album dell’artista italiano trapiantato in Giamaica. Coinvolta anche la storica backing band di Bob Marley che dà il ritmo giusto al progetto
Note sparse Curiose aperture musicali in «Unbreakable», il nuovo album dell’artista italiano trapiantato in Giamaica. Coinvolta anche la storica backing band di Bob Marley che dà il ritmo giusto al progetto
Che c’entra il reggae col metal? Perché no, potrebbero replicare i non adepti alla purezza di genere. Sicuramente non c’entra molto da un punto di vista estetico-ontologico (diciamo così) e men che meno sotto un aspetto conoscitivo e delle categorie analitiche, eppure in tempi di contaminazione come quello in cui viviamo non sono poche le nicchie musicali dedite ad audaci ibridazioni folk-metal. Da un’ottica di cultura «onnivor» ecco spiegato il remake in salsa reggae di Unforgiven, sì, quella del Black Album dei Metallica, nel nuovo lavoro di Alborosie, Unbreakable (VP), brano in cui l’intro morriconiana e la virata verso un pop-rock più melodico erano di per sé indizio di poca ortodossia.
Alborosie, d’altra parte – basta guardare la sua discografia – non è mai stato reticente alla contaminazione più o meno esplicita tra generi e sottogeneri, innovazioni e aggiornamenti, attraverso manipolazioni elettroniche e un uso disinvolto della tecnica dub. «Sono, da sempre, un grande fan dei Metallica e Unforgiven è un grande classico, uno dei miei pezzi preferiti da sempre, è un brano di forte impatto dal punto di vista del messaggio, e la scansione del tempo si adattava ad un brano reggae», fa sapere a proposito, l’italiano di Giamaica.
Prima di mettersi all’opera, Alborosie ha chiamato i Wailers, la storica backing band di Bob Marley, «ho pensato che i Wailers sarebbero stati la scelta ideale per comporre il ritmo». Così, quest’ultimo progetto prende vita grazie ad un organico improbabile, dal momento che i Wailers non avevano suonato più con nessun altro artista dai tempi di Jerusalem di Alpha Blondy, nel 1986, ma ciò che può sembrare bizzarro e improbabile con Alborosie, riesce sempre. Nella line up del disco si trovano allora, il sopracitato, Junior Marvin alla chitarra, Aston «Family Man» Barrett al basso, Tyrone Downie alle tastiere e Aston Barrett junior alla batteria, figlio di «Family Man».
Come produttore, Alborosie non sbaglia un featuring e coinvolge ospiti che sono anello di congiunzione tra i fasti del passato (Beres Hammond), un presente incoraggiante (Raging Fyah), e una promessa per il futuro (Chronixx). Unbreakable è fatto di una grana materica, che pesca dalle suggestioni del passato, e conferma l’attrazione di Alborosie per quella visione apollinea tipica del reggae (Mystical Reggae è una delle tracce più intense), che sposa con un tratto capace di essere riconoscibile eppure nuovo e attuale.
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