La nuova creazione di Alain Platel arrivata a Torinodanza nei giorni scorsi, potrebbe segnare un importante punto fermo nel lavoro dell’artista belga. Contiene infatti tutti gli elementi fondanti della sua spettacolarità, dalla centralità estrema dei corpi all’uso intrecciato della danza e del teatro, e poi ancora lo sguardo privilegiato a un mondo di ultimi, fino alla «marginalità» degli abiti, strappati e stracciati fino a figurare come discarica, e soprattutto (forse addirittura punto di partenza e guida medianica) la dedica e la fedeltà ad un unico compositore, in questo caso Gustav Mahler, dopo aver privilegiato per lungo tempo Bach, Monteverdi, i...