Aladino, un ragazzaccio di strada
Everteen Nadia Terranova e Lorenzo Mattotti reintepretano la celebre fiaba da «Mille e una notte», per Orecchio Acerbo. E poi, c'è anche l'«Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità»
Everteen Nadia Terranova e Lorenzo Mattotti reintepretano la celebre fiaba da «Mille e una notte», per Orecchio Acerbo. E poi, c'è anche l'«Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità»
Questa è la storia di un ragazzaccio di strada in Cina, scrive Nadia Terranova per presentare la sua rivisitazione di Aladino e la lampada magica che vive sulle pagine grazie anche alle illustrazioni di Lorenzo Mattotti, nel prezioso volume di Orecchio Acerbo appena pubblicato (pp. 88, euro 21). Un giorno, lo scapestrato giovane, che faceva comunella con i ladruncoli, figlio del sarto Mustafà morto di crepacuore, incontrò sul suo cammino un sedicente fratello del padre, vissuto in Africa e diventato ricchissimo.
Costretto ad andare con lui «per diventare uomo», si troverà sepolto vivo nelle viscere della terra con in mano una lampada e un anello fatato che scoprirà essere una dimora del Genio, colui che esaudisce i desideri. Non è solo: ce n’è un altro ed è dentro la vecchia lampada, figura gigantesca e assai potente. Sarà lui, infatti, il fedele complice anche nella conquista della principessa Badr Al Budur, figlia del sultano interdetta a un miserabile ma non a un ragazzo in grado di costruire un palazzo sfarzoso in una sola notte. E se la fiaba è anche un romanzo di formazione (e la scrittura di Terranova affonda nel linguaggio contemporaneo per rendere universali quelle avventure altrimenti esotiche) allora è necessario che Aladino si scontri con l’antagonista – il vendicativo mago d’Africa – che ruba la lampada magica e con una tempesta fa sparire sposa e reggia. Il recupero di sé sarà faticoso, la ruota della fortuna però gira sempre. Basta saperla prendere dal verso giusto e non dare tutto per perduto.
Le cose si riaggiusteranno, con un po’ di sana astuzia. Perché il potere – anche quello di un Genio sovrumano – è cieco, segue il «padrone» e non riflette sulle sue azioni. Va dunque manovrato, interpretato e indirizzato. Una storia quella di Aladino che è anche una magnifica metafora del crescere nutrendo i propri sogni.
Se Cina e Africa sono qui soprattutto luoghi dell’immaginario, c’è un altro libro che può aiutare a uscire dagli angusti spazi di questi tempi «confinati»: è l’Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità di Francesco Bongiorni e Massimo Polidori (Bompiani, pp. 160, euro 25). Ritroviamo la favolosa Terra di Punt, il miraggio di Atlantide, le città dorate come Cipango, le linee di Nazca, ma anche enigmi più vicini a noi come quelli di Stonehenge, le navi perdute di Caligola, la biblioteca di Alessandria.
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