Al Tufello arrivano i nonturisti, guida per un collante sociale
Il laboratorio L'Associazione Riverrun disegna itinerari alternativi nel III Municipio di Roma
Il laboratorio L'Associazione Riverrun disegna itinerari alternativi nel III Municipio di Roma
Dentro la metropoli romana c’è un laboratorio artistico-culturale che scandisce un ritmo lento e circoscrive uno spazio intimo per spingere la comunità del territorio a raccontare se stessa. L’Aniene è un fiume che nasce sui monti Simbruini, tra Lazio e Abruzzo. Quando entra nella capitale per tuffarsi nel Tevere delimita su per giù, insieme al più noto corso d’acqua e al grande raccordo anulare, il territorio del III municipio. Colle Salario, Fidene, Serpentara, Val Melaina, Monte Sacro e, al centro, Tufello.
È qui che per tre anni l’associazione Riverrun e 17 partner di progetto – tra scuole, palestre, cooperative sociali e collettivi di fotografi e videomaker – lavoreranno per disegnare itinerari di «nonturismo». Quelli nonturistici sono laboratori permanenti in cui abitanti di un territorio si incontrano con artisti ed esperti di vari ambiti. Nascono da un’idea di Lorenzo Mori, già messa in pratica a Sant’Elia e Giorgino, due quartieri di Cagliari, per ragioni diverse due «luoghi del margine». Marginale potrebbe essere anche il Tufello, per la lontananza dal centro e i lotti popolari. Eppure negli ultimi anni le trasformazioni urbane di Roma hanno scombussolato la geometria rigida di centro e periferie. Quartieri che i depliant delle agenzie immobiliari indicavano come poco raccomandabili hanno guadagnato fama e credito.
Tra le strade del III municipio si percepisce una certa effervescenza sociale e culturale che affonda le radici nei percorsi politici autonomi degli anni ’70 e poi nei centri sociali nati a cavallo del G8 di Genova. Oggi ha trovato una nuova configurazione nel rapporto tra movimenti, realtà di base e istituzioni di prossimità. La palestra popolare Valerio Verbano, lo spazio sociale Astra, il circolo Arci Brancaleone, lo studentato autogestito Puzzle, il percorso «Grande come una città» sono cresciuti o si sono rigenerati dialogando con le due giunte municipali di centrosinistra avvicendatesi dopo la sfiducia del mini-sindaco grillino nel febbraio 2018.
Avranno da raccontare anche questo pezzo di storia i laboratori di nonturismo, che dal III municipio e in particolare dall’assessore alla cultura Christian Raimo sono sostenuti. Intanto, arrivati a metà del percorso, hanno raccolto voci della resistenza partigiana, delle donne del Tufello nel dopoguerra, raccontato l’omicidio del militante di Autonomia Valerio Verbano, inseguito le scritte sui muri e altre storie che compongono presente e passato del territorio.
Ascoltare, registrare, mappare, percorrere, raccontare. Insieme ai podcast geolocalizzati alla fine del laboratorio sarà creata una digital library con i materiali storici archiviati on line e una guida cartacea che entrerà nella collana.
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