Scuola

«Al Sud non fondi, ma più impegno» È bufera sul ministro dell’istruzione Bussetti

«Al Sud non fondi, ma più impegno» È bufera sul ministro dell’istruzione Bussetti

La polemica Richieste di dimissioni per un'uscita sulle scuole del Sud, alle quali Bussetti chiede "più impegno". Tensioni con Di Maio. Pesa anche il caso del progetto leghista sulla "secessione dei ricchi" che riscuote dubbi tra i colleghi della maggioranza 5 Stelle

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 10 febbraio 2019

Nel corso di una visita alle scuole di Afragola e Caivano, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti è stato travolto ieri da una valanga di reazioni negative, e richieste di dimissioni, per avere risposto alla domanda di un giornalista sulla necessità di fondi maggiori per le scuole del Sud per recuperare la distanza con quelle del Nord in questo modo: «No, ci vuole l’impegno del Sud, vi dovete impegnare forte, questo ci vuole».

Non più fondi, dunque, ma «impegno, lavoro e sacrificio» come se i docenti, il personale amministrativi, i presidi e, soprattutto, gli studenti non lo facessero già da sempre, in condizioni peggiori rispetto ai cittadini di altre regioni. Alla richiesta di una precisazione del vicepremier Luigi Di Maio, Bussetti ha risposto che è «ridicolo» definirlo come «ostile al Sud». «Se un ministro dice una fesseria sulla scuola, chiede scusa. Punto» ha risposto Di Maio, aprendo un altro fronte dentro il governo. Bussetti, già provveditore lombardo, è quota Lega.

I salviniani sono impegnati sul progetto dell’«autonomia differenziata», meglio sintetizzata dalla definizione di «secessione dei ricchi». Le velleità nazional-sovraniste non hanno dissuaso i leghisti dai progetti di secessione fiscale. Al punto che, nell’ordinaria commedia di un governo che simula anche l’opposizione al suo interno, dai Cinque Stelle è spuntato anche l’hashtag #AttentiallaSecessioneDeiRicchi lanciato dalla senatrice Paola Nugnes. Si vedrà quanta ne presteranno i colleghi di governo di Bussetti quando il progetto sarà presentato la settimana prossima. L’impatto della secessione sulla scuola, oltre che sulla sanità, rischia di essere devastante.

Salvini ha cercato di calmare gli animi: «Questo governo sta facendo tantissimo per la gente del Sud. I fatti sono più forti di qualsiasi polemica». Ma non la pensano così i colleghi di ministero di Bussetti. Il viceministro e il sottosegretario all’istruzione, Lorenzo Fioramonti e Salvatore Giuliano, entrambi M5S, si sono dissociati: «Studenti e insegnanti del Sud sono esempio di eccellenza e coraggio».

«Forse il ministro ignora che in molte aree del sud le scuole sono l’unico avamposto dello Stato. Delegittimare chi vi lavora è inaccettabile» ha sostenuto Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. Per Rino Di Meglio (Gilda) «Bussetti utilizza i soliti stereotipi e luoghi comuni sul Sud fannullone». «Parole vergognose, si dimetta» sostengono gli studenti medi e l’Udu. Dello stesso avviso Fratoianni (Sinistra Italiana) e dal Pd. «Se il governo andrà avanti deve sapere che la mobilitazione crescerà fino allo sciopero generale» attacca Francesco Sinopoli (Flc Cgil).

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