Internazionale

Al Qaeda rivendica strage Charlie Hebdo

Al Qaeda rivendica strage Charlie HebdoNasser bin Ali al Ansi

Yemen Nasser bin Ali al Ansi, leader del ramo yemenita dell'organizzazione guidata da Ayman Zawahri, ha confermato di aver finanziato e organizzato l'attacco dei fratelli Kouachi ma ha smentito un collegamento con l'azione di Amedy Coulibaly nel supermercato kosher

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 15 gennaio 2015

Anticipata dai fratelli Kouachi, autori della strage al Charlie Hebdo, poi uccisi dalle forze di sicurezza francesi, la rivendicazione ufficiale dell’attacco da parte di al-Qaeda nella Penisola arabica è arrivata con un video postato su YouTube. A parlare è stato Nasser bin Ali al Ansi, uno dei capi del ramo yemenita di al Qaeda. «Li avevamo incaricati noi dell’attacco…L’operazione è una vendetta per le offese contro il profeta Maometto», dice al Ansi mentre alle sue spalle scorrono le immagini dell’attacco contro il giornale satirico e della manifestazione di domenica a Parigi. La decisione dell’attacco, aggiunge, è stata presa dallo stesso numero uno di al-Qaeda, Ayman Zawahri, successore di Osama bin Laden. Secondo la Cnn Cherif Kouachi sarebbe stato in Yemen nel 2011 ed è poi rientrato in Francia con 20mila dollari in contanti messi a disposizione da al-Qaeda per comprare le armi, pianificare e portare a termine l’attacco al giornale.

 

Al Ansi ha anche lanciato nuovi avvertimenti minacciosi – «Diffonderemo il terrore se non saranno rispettate le nostre richieste» – ma ha indirettamente negato un collegamento tra l’azione compiuta dai fratelli Kouachi e Amedy Coulibaly l’autore dell’attacco al supermercato kosher di Parigi. Ha parlato di «coincidenza». Coulibaly aveva dichiarato di agire per conto dello Stato Islamico (Isis), un tempo costola irachena di al Qaeda e che oggi rappresenta la principale formazione rivale dell’organizzazione guidata da Zawahri. È opinione diffusa tra gli specialisti arabi e occidentali che al Qaeda abbia dato il via all’attacco a Charlie Hebdo anche per fermare il suo declino, di immagine e di popolarità tra i jihadisti, seguito alla proclamazione la scorsa estate di un “Califfato”, in ampie porzioni dei territori di Iraq e Siria, da parte di Abu Bakr al Baghdadi, il leader dello Stato Islamico.

Secondo Le Parisien, Coulibaly avrebbe finanziato la sua azione grazie a un prestito ottenuto da una banca francese. Le armi – il mitragliatore “Scorpio” usato da Coulibaly e i kalashnikov usati dai fratelli Kouachi – invece sarebbero state comprate a Bruxelles. (michele giorgio)

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