Cultura

«Al primo movimento di bacchetta tutto diventava immenso e incorruttibile»

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Reazioni Il ricordo, tra gli altri, di Pappano, Barenboim, Chailly, Benigni

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 21 gennaio 2014

Agenzie e web inondati di dichiarazioni di stima e affetto, testimonianze e cordoglio per la scomparsa del maestro da parte di personalità del mondo della cultura, spettacolo e politica. «Sembrava davvero avesse il tocco di Re Mida – scrive Antonio Pappano sul sito della Royal Opera di Londra, di cui è direttore musicale – Ogni cosa che portava in vita brillava di una luce vigorosa che fosse in un teatro d’opera, sul podio di un concerto, in uno studio di registrazione e che fosse circondato dalla crème de la crème dei giovani musicisti per cui ha creato orchestre, lui è da ogni punto di vista un gigante». Dalla Scala, il designato direttore musicale Riccardo Chailly, ne sottolinea il vuoto lasciato: «nella storia dell’interpretazione musicale. Nel periodo in cui sono stato suo assistente l’ho avuto come primo maestro, e poi come amico per il resto della vita».

«Perdiamo uno dei più grandi musicisti della seconda metà del secolo e uno dei pochi che aveva un rapporto particolare con lo spirito della musica», così il maestro Daniel Barneboim, direttore uscente della Scala.

Sul sistema delle orchestre infantili e giovanili promosse da Abbado si sofferma il ministro dei Beni culturali, Massimo Bray: «La sua determinazione ha permesso la nascita della nuova esperienza del Sistema delle orchestre giovanili, rivolte in particolare ai bambini e a i ragazzi delle fasce sociali più disagiate».

Un’eredità importante, come ricorda anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Sono le tracce più durature della sua altissima qualità di interprete rigoroso e creativo». Gustavo Dudamel, violinista e direttore d’orchestra venezuelano, allievo della scuola fondata da Josè Antonio Abreu e ora uno dei direttori d’orchestra più famosi della Sijon Bolivar Symphony Orchestra: «Abbado farà sempre parte parte del gruppo riconosciuto di geni della storia delle arti. È stato fondamentale non solo per me, ma soprattutto per il nostro sistema nacional de orquesta juveniles e infantiles».

L’impegno sociale e quello per l’ambiente è ricordato da Fulvio Pratesi, presidente onorario del Wwf Italia: «Ha sempre operato in difesa del verde e dell’ambiente. Quando nell’aprile 2009 chiese, come compenso per tornare a dirigere la Scala, di piantare 90 mila alberi in provincia di Milano, dimostrò, con il plauso del Wwf Lombardia, come il valore dell’ambiente possa e debba essere anteposto ai valori economici». «Piccolo, fragile, delicato – scrive Roberto Benigni che con Abbado era stato voce recitante di Pierino e il Lupo di Prokof’ev – appena salito sul podio, al primo movimento della bacchetta nell’aria accadeva il miracolo: tutto diventava immenso, incorruttibile, immortale. Si veniva avvolti dalla grandezza e si sentiva di farne parte» «La scomparsa di un gigante dell’arte – è la testimonianza di Nicola Piovani, anche se non inaspettata, mi lascia un gran senso di vuoto che solo il silenzio può in parte colmare».

La salma del maestro viene espostaoggi dalle 14 a mezzanotte e domani dalle 8.30 a mezzanotte nella chiesa di Santo Stefano a Bologna. La figura di Abbado verrà invece celebrata a Milano al Piccolo Teatro in una serata speciale a ingresso libero il 2 febbraio, con la proiezione del Viaggio a Reims, con la regia di Luca Ronconi e la direzione del maestro.

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