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Al ministro Zanonato il nucleare non dispiace

Al ministro Zanonato il nucleare non dispiace

Ecologia Le associazioni ambientaliste: "Sono parole gravi"

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 3 maggio 2013

Lui vorrebbe ma non può, è questo il destino comune di quelli che proprio non ci arrivano. E meno male. Solo che adesso Flavio Zanonato, neo ministro dello Sviluppo economico del governo Letta (Enrico), non è più il sindaco di Padova, quindi sarebbe tenuto a contare fino a dieci prima di esprimere il Zanonato-pensiero.
Da sempre filo nuclearista, ma più noto alle cronache come sindaco Pd costruttore di muri anti spaccio (o anti immigrati) in quel di Padova, ieri il ministro ha dato simpaticamente spettacolo alla trasmissione radiofonica Un giorno da pecora. Tema, appunto, l’energia nucleare. «Se ci fossero i siti adatti, perché no? Non mi piace quando si enfatizzano le cose demonizzandole».

Una leggerezza? Può essere, comunque piuttosto preoccupante come prima uscita pubblica. Lo stesso Zanonato ha poi dovuto ammettere, cioè rettificare, che «in Italia credo non si possa fare». Principalmente per due motivi: non ci sono i siti adatti, lo ha ammesso lui stesso, e si dà il caso che nel referendum del 2011 il 94,50% dei votanti aveva detto «no» all’energia nucleare in Italia. Forse, faceva meglio a tacere.

Lucio Passi, di Legambiente Padova, lo conosce bene e punta sull’ironia. «Nell’augurargli buon lavoro – dice – speriamo si ricordi anche da ministro che Padova è diventata una delle città più solarizzate d’Italia, e ci auguriamo che produca finalmente una svolta a favore della green economy, la sola capace di rilanciare lo sviluppo sostenibile». Antonio Di Pietro, piuttosto silenzioso di questi tempi, ieri ha ritrovato la voce e promette battaglia «in ogni sede per far valere la volontà di milioni di italiani». La responsabile ambiente del Pd, Stella Bianchi, stronca sul nascere ogni velleità nuclearista e si dice sicura che i ministri del nuovo governo punteranno sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili, «per realizzare quello sviluppo verde di cui ha parlato Letta nel discorso alle Camere». Meno fiduciosa Loredana De Petris, presidente dei senatori di Sel: «E’ ancora più grave che il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando non abbia ancora detto nulla in proposito».

Scuote la testa anche Ermete Realacci, responsabile Green economy del Pd (il partito di Zanonato): «Il nucleare è un pessimo affare». Duro il commento di Paolo Ferrero (Prc), «è sintomatico che le opinioni del governo Letta siano in completa opposizione rispetto alla volontà espressa dal popolo italiano».

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