Al barbiere Carta Bianca
Il colonnino infame Siamo a Hollywood nel 1932 e Hal Roach, il famoso produttore di Stanlio e Ollio, sta guardando in privato il loro ultimo film...
Il colonnino infame Siamo a Hollywood nel 1932 e Hal Roach, il famoso produttore di Stanlio e Ollio, sta guardando in privato il loro ultimo film...
Siamo a Hollywood nel 1932 e Hal Roach, il famoso produttore di Stanlio e Ollio, sta guardando in privato il loro ultimo film. D’un tratto si alza in piedi e sbotta: «ora basta!», e convoca nel suo ufficio Stanlio, per comunicargli: «quell’uomo mai più con te sul set!».
Si riferisce a Ollio che nel film bistratta e insulta il povero Stanlio. A nulla valgono le scuse di Ollio, Hal è irremovibile e a far coppia con Stanlio chiama un ciccione sconosciuto e gentile. Come sceneggiatori due dame dell’Esercito della Salvezza. Per fortuna sua moglie chiama subito uno bravo che gli fa l’elettro-shock e il vecchio Hal torna in sé,Hollywood torna a fare i milioni e noi a ridere. Stessa cosa accade anni dopo al produttore Howard W. Koch che prima paga a Neil Simon fior di quattrini per «La strana coppia», poi non sopporta che il povero Jack Lemmon sia trattato tanto male da Walter Matthau. In questo caso niente elettroshock: ai finanziatori basta imporre a Kock una buona camicia di forza e tutto va per il meglio.
Nella medesima bizzarria incorre nel 1956 il produttore italiano Angelo Rizzoli che indignato dal modo in cui nei film, Totò tratta Peppino, vuole licenziarlo per produrre: «Macario, Peppino e… la brava femmina». Per lui niente elettro-shock o camice di forza: a salvarlo dalla bancarotta è il suo barbiere che gli dice: «dottò, per me quei due fingono!» Aveva ragione il barbiere.
Veniamo a oggi, dove a confondere finzione con realtà è stavolta il bravo direttore di Rai3 che vuole stroncare una straordinaria coppia comica: Mauro&Bianca.
Mauro Corona, come tutti sanno, marca in tv alla Dinamite Bla: sbracciato, bandana piratesca, che si finge sbronzo in una falsa baita… ma come finisce il collegamento torna nel suo attico a Milano centro dove indossa morbide vestaglie di seta e sorseggia in poltrona il suo tè preferito. Bianca Berlinguer, è arcinoto, a telecamere spente si libera dell’odiato tailleur, s’infila un panta-collant vissuto e va per bar in cerca di Mr. Goodbar. Ma caschi il mondo, il giorno dopo ognuno torna in parte e dagli dentro con «zitta gallina» e «taci bifolco»! Sono cose che sanno anche i bambini, ma evidentemente non Di Mare.
E con lui, tosto ex inviato di guerra, non ci sono elettroshock e camice di forza che tengano; men che meno le uova deposte personalmente sulla sua scrivania dalla stessa Berlinguer nella speranza di riabilitare il bistrattato Mauro Corona e il non meno bistrattato audience.
Non ci resta che sperare nel buonsenso del barbiere di viale Mazzini.
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