Aiuti d’emergenza per gli stati Ue più colpiti dalla pandemia di COVID-19
Appello Si chiede alla Ue e ai paesi del nord di inviare aiuti economici e sanitari agli stati più colpiti. «Nell'interesse delle persone contagiate e dei detenuti particolarmente vulnerabili dei campi profughi e delle case di cura».
Appello Si chiede alla Ue e ai paesi del nord di inviare aiuti economici e sanitari agli stati più colpiti. «Nell'interesse delle persone contagiate e dei detenuti particolarmente vulnerabili dei campi profughi e delle case di cura».
In Italia, Spagna e Francia, decine di migliaia di persone sono gravemente malate di coronavirus. La loro sopravvivenza dipende da un’assistenza ospedaliera ben attrezzata con adeguate strutture di terapia intensiva.I sistemi sanitari e ospedalieri di questi paesi sono stati fortemente ridimensionati durante e dopo la crisi dell’euro.
Di conseguenza, non sono più in grado di fornire cure adeguate a queste persone gravemente malate. Chiediamo quindi alle autorità dell’Unione Europea, della zona euro e ai governi dei paesi meno colpiti – Germania, Paesi Bassi e Austria, nonché allo Stato membro de facto Svizzera – di aiutare queste persone e i lavoratori degli ospedali italiani, spagnoli e francesi che lottano per la loro sopravvivenza.
Noi chiediamo:
(1) la mobilitazione di tutte le capacità di trasporto adeguate affinché i pazienti gravemente malati provenienti dall’Italia, dalla Spagna e dalla Francia possano essere trasferiti negli ospedali per acuti dei paesi meno colpiti dell’UE e ivi curati;
(2) la concessione da parte della Banca europea per gli investimenti di un prestito d’emergenza senza interessi di 25 miliardi di euro a ciascuno dei tre paesi colpiti e a Grecia e Portogallo, anch’essi gravemente a rischio, affinché possano fornire maggiore assistenza ai pazienti colpiti dalla pandemia e dotare il personale sanitario delle attrezzature necessarie;
(3) la chiusura immediata dei campi profughi in Grecia e la distribuzione dei richiedenti asilo nei paesi dell’UE meno colpiti dalla pandemia;
(4) la cancellazione di almeno due terzi del debito nazionale di questi cinque paesi, in modo che possano ricostruire i loro sistemi sanitari pubblici e superare le conseguenze del blocco economico.
Se ciò non verrà fatto, migliaia di persone moriranno quando avrebbero potuto essere aiutate. Questo significherebbe anche la fine del processo di integrazione europea. Non agire equivale a omissione di soccorso. La solidarietà salva vite umane!
I sottoscritti considerano queste richieste di aiuto umanitario d’emergenza come solo il primo passo verso la solidarietà globale.
I primi firmatari:
Michael Backmund (Monaco), Rolf Becker (Amburgo), Sergio Bologna (Milano), Frank Borris (Brema), Angelika Ebbinghaus (Brema), Petra Gerschner (Monaco), Rüdiger Hachtmann (Berlino), Roland Herzog (Berna), Hannes Hofbauer (Vienna), Ulla Jelpke (Berlino), Andrea Komlosy (Vienna), Thomas Kuczynski (Berlino), Jennifer Kujack (Berlino), Norbert Meder (Colonia), Erik Merks (Amburgo), Ahlrich Meyer (Detern-Velde), Erhard Neckermann (Lichtenfels), redazione della rivista Sozial.Geschichte Online/Offline (Berlino), Karl Heinz Roth (Brema), Carmen Sanchez Concha (San Feliu de Guixols/S’Agaró), Florian Schmaltz (Berlino), Christoph Schminck-Gustavus (Brema), Peter Thaesler (Amburgo), Annette Vogt (Berlino), Konstantin Wecker (Monaco).
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