ExtraTerrestre

Aiutare i piccoli animali negli orti e nei giardini

Nei mesi estivi di calura prolungata o anche in quelli particolarmente gelidi invernali, diventa complicato per la piccola fauna riuscire a sopravvivere. Con l’aumento delle temperature ormai generalizzato, nelle regioni […]

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 7 luglio 2022

Nei mesi estivi di calura prolungata o anche in quelli particolarmente gelidi invernali, diventa complicato per la piccola fauna riuscire a sopravvivere. Con l’aumento delle temperature ormai generalizzato, nelle regioni più calde, numerose specie di uccelli, rondini e rondoni ma non solo, non trovano acqua per potere bere o tenere in efficienza i nidi.

Certamente le autorità pubbliche possono fare molto per arginare il problema, ma ci rivolgiamo ai singoli possessori di orti o giardini. I consigli che ci sentiamo di dare, sperimentati, sono utili ad una vasta cerchia di animali, parliamo sempre di piccola fauna. Esistono piante che per la loro natura possono assolvere a più di una funzione. Una siepe di pyracantha, per esempio, può alloggiare dei nidi, fornire tramite le bacche, nutrimento, e con le sue spine contribuire a tenere lontani i gatti. Se abbiamo alberi da frutto delle varietà tradizionali, lasciati crescere alla vecchia maniera, non a spalliera, una volta diventati alti, un ciliegio, un susino, un prugno, possiamo deliberatamente destinare al nutrimento degli uccelli tutta la frutta più in alto. Seminare granturco, girasoli, amaranto, anche questo, condiviso con gli uccelli, permette loro di cibarsi. Un atteggiamento benevolo, la predisposizione alla condivisione, il non disturbare, creare oasi selvatiche nel nostro terreno, creare siepi, spalti naturali dove la piccola fauna selvatica non venga disturbata, giova ad uccelli e piccoli mammiferi.

Per un uccellino, poter piluccare tranquillamente una bacca equivale a mangiare e bere, avere a disposizione alberi alti, vuol dire potere nidificare. Alberi ed arbusti dal fogliame abbondante, per esempio, i gelsi, o gli allori, significa, in una volta sola, avere la certezza della sopravvivenza.
Altra cosa ottima è allestire uno stagno artificiale, un laghetto anche microscopico, una vecchia vasca da bagno, una botte, interrate, debitamente rese stagne, circondate da bei massi, con vegetazione come papiro, ninfee, colocasie; avere uno spazio palustre significa permettere alla piccola fauna di abbeverarsi, per le zanzare, provvediamo ad immettere pesci rossi.

Interpretare un orto o un giardino come spazio non riservato solo agli umani ma frequentato anche dagli animali, rientra pienamente nel concetto dell’orto e del giardino naturali, lasciare un’area non tosata, creare rialzi dove non ve ne siano, lasciare una catasta di legna, un mucchio di pietre in un angolo, insomma ragionare ed interpretare il luogo dove si coltiva anche da un punto di vista altro, quello degli animali; per esempio, al limitare del giardino un filare di mais e girasoli, oltre una siepe, equivale a nutrire uccellini, il necessario equilibrio tra selvatico e coltivato, passa anche da gesti benevoli.

Lo sconquasso climatico in atto, e ancor prima, la diffusione sconsiderata di erbicidi e pesticidi, mettono a rischio le forme di vita selvatiche. Possiamo porvi rimedio. Ne vale la pena. Uno stagnetto, delle siepi, alberi alti, ci vuole poco. Gli uccellini non debbono patire.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento