Agis, « sollievo» per il parere del Cts. Si «ribellano» invece Atip e Cna
Polemiche Pareri contrastanti per le decisioni riguardanti la riapertura di cinema e teatri
Polemiche Pareri contrastanti per le decisioni riguardanti la riapertura di cinema e teatri
Mentre l’Agis «accoglie con speranza e sollievo il parere favorevole espresso oggi dal Cts in merito alla riapertura», e l’idea di Franceschini di riaprire il 27 marzo in coincidenza con la Giornata mondiale del teatro, alcune associazioni di categoria si «ribellano» contro l’ipotesi delle riaperture. Sono l’Atip (Associazione teatri italiani privati) e Cna – Cinema e Audiovisivo: «L’Atip evidenzia l’impossibilità per il settore privato dello Spettacolo dal vivo di ipotizzare una riapertura delle sale nei prossimi 30 giorni senza la certezza di un sostegno economico e operativo». Nella sua lettera indirizzata al ministro Franceschini Atip propone di usare la giornata del 27 marzo per un confronto fra istituzioni e il settore dello spettacolo dal vivo «per definire tutti insieme i parametri e la tabella di marcia per una organizzata, strutturata e ponderata apertura delle nostre attività».
SULLA STESSA linea Cna: «Per quanto ci riguarda, i cinema non sono nelle condizioni di riaprire» nella data indicata dal ministro. L’associazione sostiene di non aver condiviso la chiusura a ottobre ma che «riaprire a fine marzo, ammesso che le condizioni sanitarie possano favorire questa ipotesi, potrebbe significare la chiusura per sempre di centinaia e centinaia di cinema» – perché le perdite nei periodi di apertura delle sale quest’estate sono state circa dell’80%, i ristori «insufficienti» e i blockbuster ancora non appaiono all’orizzonte. Resta poco chiaro in che modo restare aperti a ottobre sia però diverso dal riaprire a marzo. L’Agis scrive invece che «per la prima volta da mesi si profila una prospettiva di ripresa progressiva delle attività in presenza di pubblico, che riconosce l’efficacia delle procedure di sicurezza adottate nei luoghi di spettacolo», e che «il comparto potrà iniziare a rimettersi in moto» grazie anche «ai nuovi ristori annunciati dal Ministero della Cultura, che dovranno sostenere adeguatamente la ripartenza in condizioni sociali e di mercato estremamente critiche sia per le imprese che per i lavoratori».
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