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Agenzia del farmaco, giallo politico sulle nomine

Agenzia del farmaco, giallo politico sulle nomineLuca Lotti e Denis Verdini in Parlamento

Sanità Sulla scelta del presidente dell'Aifa, l'ipotesi di pressioni di Luca Lotti per favorire un candidato gradito anche a Denis Verdini. Il ministro smentisce: "I vertici dipendono dal ministro della salute, non da quello dello sport".

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 22 marzo 2017

Fra supposte pressioni e smentite, c’è un piccolo giallo intorno alla scelta del presidente di Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che determina i prezzi dei medicinali e segnala quali devono essere a carico del sistema sanitario. L’incarico non è operativo, perché a trattare con le industrie è direttore di Aifa, Mario Melazzini, nominato nello scorso autunno dalla ministra Lorenzin. Però da quel momento la nomina del presidente è stata ritardata, secondo alcune voci a causa dell’interessamento dell’attuale ministro allo sport Luca Lotti, che all’epoca era sottosegretario alla presidenza del consiglio. Il diretto interessato smentisce: “Leggo che starei discutendo con i presidenti delle Regioni nomine legate all’Aifa. Come noto la scelta dei vertici di Aifa dipende dal ministro della salute, non da quello dello sport. Comprendo ogni tipo di polemica, specie in questo periodo, ma invito tutti a rispettare le competenze dei singoli ministeri”.
Per certo la conferenza Stato Regioni della scorsa settimana ha offerto a Beatrice Lorenzin una terna di nomi e non una indicazione singola. Con Giuseppe Remuzzi, nefrologo e scienziato di fama e direttore della ricerca del Mario Negri di Bergamo, sono stati indicati anche Carlo Gaudio, ordinario di cardiologia a Roma, già nel cda dell’Agenzia e fratello del rettore della Sapienza, e Stefano Vella, direttore del dipartimento farmaco dell’Istituto superiore di sanità. Per una regola non scritta il presidente Aifa dovrebbe essere scelto proprio dalla Regioni, mentre il direttore è indicato dal ministro. In questo caso invece la decisione finale toccherà ancora una volta alla ministra Lorenzin. Con l’unica avvertenza fatta da Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia e presidente della conferenza, che dietro a Remuzzi c’è più unità rispetto a Gaudio – gradito secondo i boatos a Lotti e anche a Denis Verdini – e a Vella.
A frenare Remuzzi, allievo e braccio destro di Silvio Garattini, sarebbe però un supposto conflitto di interessi: il direttore del dipartimento di medicina degli ospedali riuniti di Bergamo è infatti anche coordinatore delle ricerche di due istituti affiliati al Mario Negri, che riceve fra i suoi contributi per la ricerca scientifica – sempre regolarmente registrati – anche quelli dall’industria del farmaco. Comunque sia, dopo Lotti, ieri si è fatto sentire anche il direttore generale Aifa, Mario Melazzini, che per ovvi motivi si è limitato ad una presa d’atto: “La terna dei nomi fatti per la presidenza dell’Agenzia italiana del farmaco indica tutti professionisti, e la scelta che sarà fatta sarà la più giusta e appropriata”

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