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Afghanistan, la nuova guerra si combatte con forze speciali

Afghanistan, la nuova guerra  si combatte con forze speciali – Lapresse

Afghanistan Alcuni «operativi» sono stati accusati di esecuzioni sommarie contro civili disarmati

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 6 luglio 2017

Forze speciali. È questa la parola chiave che d’ora in poi si dovrà tenere a mente pensando all’Afghanistan: una nuova fase della guerra affidata appunto a soldati «speciali», coadiuvati da raid aerei per operazioni mirate.

GLI OPERATIVI delle forze speciali – afgane, americane, britanniche o italiane – sono già attivi in Afghanistan e presto saranno in buona compagnia. Stando a quanto ha appena dichiarato il segretario generale della Nato a Bruxelles, promettendo l’impegno di «migliaia» di nuovi soldati dell’Alleanza con gli «stivali sul terreno», il nuovo mantra sarà forze speciali per operazioni speciali. Di che tipo?

Una luce recente l’ha gettata il britannico Sunday Times che per ora smentite non ne ha ricevute. Secondo il giornale domenicale un’unità dello Special Air Service, noto anche come Sas – il principale corpo speciale dell’esercito britannico – avrebbe ucciso afgani civili – innocenti e disarmati – nascondendo poi i dettagli dell’operazione per evitare una possibile accusa di crimini contro l’umanità. Sotto la lente di ingrandimento della polizia militare britannica, che sta indagando oltre una cinquantina di casi, ci sarebbe in particolare un episodio del 2011 nel quale, durante un raid notturno, le forze speciali avrebbero ammanettato e incappucciato i membri di una famiglia dell’Helmand ritenuta talebana prima di sparare.

SPARARE PER UCCIDERE. L’indiscrezione, confermata poi da altri giornali del Regno unito, riferisce di un capitolo nelle carte dell’Operation Northmoor: creata nel 2014, ha il compito di redarre un rapporto classificato preparato dagli investigatori della Royal Military Police che inizialmente avrebbe iniziato a indagare su episodi controversi accaduti tra il 2010 e il 2013 anche se pare che l’indagine avrà comunque un seguito sino al 2021, pur se la maggior parte del lavoro dovrebbe essere completo entro l’estate.

Grave tanto quanto la strage sarebbe proprio il fatto che le Sas avrebbero poi nascosto o artefatto lo scenario del killeraggio per farlo apparire in carico ai colleghi afgani. Un esempio perfetto di collaborazione interforze. I raid notturni furono tra l’altro tra i grandi contenziosi tra le forze occupanti e l’amministrazione Karzai. Nella Gran Bretagna di Theresa May, che ha già promesso l’invio di nuove truppe sul terreno con la Nato, Jeremy Corbyn ha detto di tenere in «seria considerazione» la notizia augurandosi che si faccia piena luce in un caso sul quale chiede anche una commissione indipendente.

Qualche giorno fa, a fine giugno, il segretario generale della Nato Stoltenberg ha confermato che Bruxelles manderà sul terreno “migliaia” di nuovi soldati. Numeri non ne ha fatti ma in compenso ha spiegato che «La Nato ha concluso le operazioni combat» ma che i suoi soldati «continueranno ad aiutare i colleghi afgani». Come? «Rafforzando le forze speciali afgane».

IL PENTAGONO – a metà luglio -dirà quanto soldati manderà in Afghanistan (da 3 a 5mila).

Un numero «esiguo» se paragonato ai 130mila (60mila erano Nato di cui 4mila italiani) che persero la guerra prima di ritirarsi nel 2014.
Inoltre, la nuova strategia prevede carta bianca al Pentagono e maggior autonomia dalla catena di comando nazionale afgana. Per quella data anche il governo italiano dovrà dire se e quanti uomini vuole mandare.

Lo chiederà come dovrebbe al parlamento? Chiederà al Paese se siamo disposti ad «aiutare» i colleghi afgani e americani? O conterà sulla pausa estiva? E le forze speciali?
Quelle italiane già ci sono da tempo e vanno per conto loro. Sono così speciali che vengono temute anche dai colleghi «ordinari». Che, quando passano gli speciali, si devono fare da parte senza fare domande.

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