Aeroporti, 450 lavoratori in «vendita»
Toscana Per i circa 450 lavoratori e lavoratrici dei servizi a terra, più altrettanti dell'indotto, il futuro si è fatto ancora più nero di quanto non lo sia già oggi, visto che tutto il comparto è completamente fermo e i lavoratori sono in cassa integrazione a zero ore, in scadenza il 31 marzo prossim
Toscana Per i circa 450 lavoratori e lavoratrici dei servizi a terra, più altrettanti dell'indotto, il futuro si è fatto ancora più nero di quanto non lo sia già oggi, visto che tutto il comparto è completamente fermo e i lavoratori sono in cassa integrazione a zero ore, in scadenza il 31 marzo prossim
Aveva appena ricevuto una sovvenzione di 10 milioni decisa da un Consiglio regionale a maggioranza demrenziana, ma Toscana Aeroporti non si è fatta scrupoli nell’annunciare la vendita del settore handling dei due scali di Pisa e Firenze. Così per i circa 450 lavoratori e lavoratrici dei servizi a terra, più altrettanti dell’indotto, il futuro si è fatto ancora più nero di quanto non lo sia già oggi, visto che tutto il comparto è completamente fermo e i lavoratori sono in cassa integrazione a zero ore, in scadenza il 31 marzo prossimo.
La decisione del cda di Toscana Aeroporti, di proprietà del tycoon argentino Eduardo Eurnekian con la sua Corporación América Italia, e con Marco Carrai (amico e braccio destro di Matteo Renzi) sulla plancia di comando, ha naturalmente provocato una levata di scudi. «Proprio nel mezzo della pandemia – tirano le somme i sindacati confederali della categoria – arriva la notizia che i lavoratori e le lavoratrici saranno `venduti ad una società privata che lavora nel settore´. Una decisione che respingiamo al mittente. Tanti lavoratori si sono prodigati in questi mesi per operare anche poche ore pur di garantire un servizio minimo, e oggi si vedono ricompensati con una vendita al migliore offerente».
Toscana Aeroporti puntualizza che «si prevede il mantenimento di tutti i posti di lavoro e dei livelli salariali attuali per i dipendenti di Toscana Aeroporti Handling per almeno due anni». Ma questo meccanismo è ad esempio ben conosciuto dai lavoratori ex Bekaert oggi a spasso, anche loro tutelati per cinque anni dopo la cessione da Pirelli alla multinazionale belga, e poi inesorabilmente licenziati. Così i sindacati di base Usb e Cub vanno all’attacco: «Siamo certi che la vendita della società sia solo l’inizio di una ristrutturazione feroce, con l’intento di tagliare tanti posti di lavoro. L’operazione di Toscana Aeroporti dimostra ancora una volta che fra lei e i suoi obiettivi di multinazionale finanziaria nulla si può interporre. Il virus ha fermato il trasporto aereo, ma non il cinismo opportunista di certe società di capitali. Alle lavoratrici e ai lavoratori diciamo solo una cosa: mobilitazione!».
Sul fronte politico sono le opposizioni di sinistra, M5s e anche da destra Fdi a denunciare il piano di Toscana Aeroporti. «Chiediamo una azione decisa dei soci pubblici (di minoranza, ndr) – osserva ad esempio il gruppo consiliare pisano Diritti in Comune (Una città in Comune, Prc, Pisa possibile). Da parte nostra sosterremo le iniziative di mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici». Mentre la Rifondazione toscana punta l’indice sullo scalo fiorentino Vespucci di Peretola, ricordando: «Non sono mai state messe in atto le prescrizioni, mai superate, che chiedevano l’interramento dell’autostrada, la messa in sicurezza acustica delle abitazioni e altro ancora. Per giunta al Vespucci manca la conformità urbanistica, per stessa ammissione di Enac». Ma per l’aeroporto di Renzi&Carrai sono, evidentemente, quisquilie.
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