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«Adrian» Celentano e la televisione che non esiste più

«Adrian» Celentano e la televisione che non esiste più

Televisione Per il ritorno su Canale 5 ancora ascolti tiepidi, in particolare per l'animazione

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 9 novembre 2019

Nonostante sappia improvvisare piuttosto bene, per Celentano non è stata buona la prima. Dopo quattro deludenti puntate alcuni mesi fa Adrian Live: questa è la storia aveva subito una brusca interruzione, complice una giustificazione medica. Ora è tornato. Per contratto? Sempre Canale 5, sempre prima serata con uno show che sempre introduce l’animazione di Adrian. E di nuovo l’obiettivo non è raggiunto. Non perché i dati d’ascolto siano risultati modesti, poco più del 15% lo show e poco più del 10% il cartoon.

IL PROBLEMA sembra essere proprio nel manico, le ovazioni dl pubblico presente suonano più farlocche delle risate aggiunte in audio alle trasmissioni di varietà o alle sitcom. Gente in piedi che plaude a mani alte e scandisce A-Dri-A-No rientra nella scenografia (peraltro quel fiume che scorre sullo sfondo rimane la cosa migliore della serata), al punto che la regia inquadra compiaciuta. Questa volta si è cominciato con la sfilata dei conduttori tv: Bonolis, Conti, Scotti, Giletti e Chiambretti. Tutti seduti al tavolo in attesa del guru Adriano. Idea tanto autoreferenziale che Celentano si sente di poter dire «questa è la storia della tv», non prima di avere finto che i cinque moschettieri se ne vadano senza avere fatto o detto nulla.

E già qui siamo allo stucchevole, che gioco è quello di fingere l’uscita di scena quando nessuno ci crede (situazione ripetuta quando lo stesso Adriano finge di mollare tutto)? Infatti tornano e si chiacchiera di tv, delle trasmissioni dei conduttori, con Celentano che, come da copione, incensa e centellina critiche sul loro operato dal trash di Bonolis ai premi elargiti da Conti e Scotti, da Giletti informatore di sventure a Chiambretti folletto che poi paragona Adriano a un profeta preGreta, perché in tempi non sospetti e ormai quasi remoti si è pre-occupato di ambiente. Peccato che questa sia davvero la storia della tv, ma quella generalista e contemporanea, sempre meno seguita dal pubblico che ormai si orienta verso altre proposte. L’unica frase divertente è una citazione di Umberto Eco «la tv dà cultura a chi non ce l’ha e la toglie a chi ce l’ha».

ADRIANO trova anche il modo di criticare i maschi perché dalla «pornografia si capisce quanto è grande l’ignoranza e l’arretratezza di noi uomini, specie nel rapporto con le donne» non moltissimo in tempi di femminicidi e violenze ma è qualcosa, solo che subito commenta l’applauso che riceve affermando che «è un buon segno, segno che forse gli uomini cominciano a cambiare». Purtroppo non è l’applauso del pubblico di Celentano durante lo show che il segnale di un cambiamento, anche perché mentre gli uomini parlano del massimi sistemi televisivi entra Ilenia Pastorelli con tacchi vertiginosi, miniabito e scollatura generosa per sedersi silenziosamente in disparte (solo durante l’animazione sarà ripescata per dire qualcosa).

PER FORTUNA in tutto questo Adriano ha messo tre canzoni ricordandoci quanto la sua voce sia unica e quanto sia quella canterina che vogliamo ascoltare. E ancora con uno scarto temporale eccoci indietro di venti anni con Ligabue e Celentano che parlano di crisi idrica e cantano, in versione italiana, Eve of Destruction di Barry McGuire, riproposta di un frammento da Francamente me ne infischio, con inevitabile epilogo con Liga e Adriano che richiacchierano e ricantano. Fine dello show, parola a Alessio Boni che deve fare il chilometrico riassunto delle puntate precedenti di Adrian, andate in onda mesi fa. Troppo. Anche per chi è un sincero ammiratore di Celentano, ma non può apprezzare il monumentale selfie animato.

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