Adolescenza inquieta, la «realtà» di una favola
A teatro Autrice e regista, Lucilla Lupaioli porta in scena lo spettacolo «Aperitivi e colazioni»
A teatro Autrice e regista, Lucilla Lupaioli porta in scena lo spettacolo «Aperitivi e colazioni»
Che i giovani alla fine dell’adolescenza possano non riconoscersi nella realtà che li circonda (e quindi rifiutarla) capita spesso. Ma se questo li porta a estraniarsi sempre più, può diventare crisi profonda, soprattutto (oltre che per gli interessati) per i genitori che si sono prodigati a preparare e favorire il mondo più bello per le loro creature. Questo è il percorso, tra la favola e l’esperienza, che guida Lucilla Lupaioli, autrice e regista dello spettacolo andato in scena all’Off Off con un successo molto caloroso.Con il titolo Aperitivi e colazioni, Echi reali di una favola, la via scelta è proprio quella di un fiaba, ispirata alla giapponese L’orso della luna crescente, che viene montata come schema di lettura di un fenomeno assolutamente contemporaneo.
È IL PERCORSO di genitori da cui un figlio adolescente si estrania sempre più radicalmente, anche somatizzando con un distacco sempre più netto il proprio malessere. Il dolore sorpreso dei genitori, convinti di aver perseguito un fine del tutto opposto, si snoda così in palcoscenico lungo un fantasioso itinerario teso a recuperare non solo il rapporto perduto, ma l’intero mondo da cui il figlio si vuole estraniare. E la «favola», come per magia, anima la scena con un carosello di apparizioni e travestimenti, di danze e di virtuosismi: un racconto che attraversa la musica e il mondo animale, la prodezza fisica e la tenerezza dei sentimenti. Un gruppo di attori, giovani e giovanissimi, dà corpo a tutte quelle apparizioni e fantasie, innescando un percorso che nello spettacolo si intravede virtuoso, senza voler essere illusorio. Il recupero degli affetti resta un compito aperto, non obbligatoriamente legato ai colori e ai trasformismi fantasiosi di cui i giovani interpreti segnano il cammino, che però rincuorano e fanno sperare, come gli applausi che mostra il pubblico particolarmente partecipe.
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