Sembra che dall’amico Silvio, oltre a imparare come si accoppia un vino a una certa pietanza o come ci si accoppia con una certa olgettina, Vladimyr abbia imparato anche a raccontare barzellette. Qualcuna se l’è perfino inventata lui, come per esempio questa: «Che differenza c’è tra una balalaika e l’Ucraina? La balalaika prima l’accordi poi la suoni, l’Ucraina prima la suoni poi ti ci accordi».

Con questa battuta di spirito, pare che lo Zar abbia raccomandato al suo Ministro per le operazioni militari speciali di cercare un accordo con Kiev e non solo: ad Ankara quel mariuolo di Ladrov ha pure cercato di piazzare sul mercato nero il grano rubato agli ucraini e proposto a Kiev di sminare il Mar Nero così che le navi russe si possano avvicinare abbastanza per scassare Odessa e tenersi i cocci.

Ma Zezzè (come Ladrov, Vaurov e Davidov Riondinov hanno scherzosamente ribattezzato Zelens’kyj), ha schizzinosamente rifiutato. E continua a volere un faccia a faccia con Putin. Ma lo Zar non ci pensa nemmeno: lo schizzinoso un giorno dice che rivuole la Crimea, il giorno dopo dice che Putin se la può tenere, un altro ancora che si può fare un week-end per uno… insomma cambia sempre idea, e mai, dico mai, la maglietta!

Quindi se vogliono che Putin l’incontri di persona, invece di mandargli ancora armi, a Zezzè gli mandassero un cambio di biancheria, lui si facesse una bella doccia e poi ne riparliamo. E poi diciamocela tutta: Vladimyr non è mai stato un gran simpaticone, ma qua a furia di proclami, rimbrotti, ditini alzati e pagelline a destra e a manca, sotto sotto Zezzè sta sulle balle pure a Enrico Letta.

Certo, lui è l’aggredito e l’altro l’aggressore, ma mica ce lo possiamo ripetere all’infinito come un mantra, perché a un certo punto chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato.

Tornando ad Ankara, forse non tutti sanno che Ladrov ha pure messo sul tavolo non uno, ma ben quattro corridoi umanitari: a est verso la Siberia, a ovest verso la Transnistria, a nord verso la Bielorussia e a sud verso la Cecenia. Per cui Zezzè non faccia troppo lo schizzinoso, sennò i corridoi tornano i soliti due: uno verso il basso (sotto terra) altro verso l’alto (nell’alto dei cieli).

In quanto alle autoprolungate repubbliche di Donetsk e di Lugansk è ufficiale: oltre a ben denazificate, son state, per par condicio, pure ben degiudeificate. E laddove il nazista giaceva accanto al giudeo come nell’Eden il leone con l’agnello, mò non ci chiude occhio più nessuno.