Per Vieri Razzini sono arrivati i titoli di coda. Perché lui ancor più che un film è stato il cinema. Tout court. Nel ricordarlo Cesare Petrillo, suo marito e socio, lo ha definito critico cinematografico, giornalista, scrittore, sceneggiatore, traduttore e autore televisivo, ogni ruolo lo ha visto protagonista capace di far appassionare chi lo ascoltava, pronto a vedere quelle immagini, a seguire quelle storie che lui riusciva a far diventare momenti indimenticabili.
Senza trascurare l’attività di distributore perché con Cesare ha fondato nel 2000 la casa di distribuzione Teodora Film, che ha portato nelle sale italiane il meglio del cinema d’autore internazionale, con titoli diventati di culto come Irina Palm, Amour, Tomboy, Pride, In un mondo migliore, Il figlio di Saul, nonché l’acclamata riedizione di To Be or Not To Be di Ernst Lubitsch. Sempre per Teodora, Razzini ha curato la collana di dvd Il Piacere del Cinema, grazie alla quale oltre cento capolavori della storia del cinema sono stati riscoperti dal grande pubblico.

E SE QUALCUNO avesse voglia, sul sito di Teodora sono rintracciabili piccole perle scritte da Vieri. Capace di stroncare titolando Se i cineasti fanno finta di impegnarsi noi dovremmo poter fingere di pagare il biglietto. O ancora andate a leggere o rileggere Serie serie e serie facete, ovvero come districarsi fra i generi tv, una riflessione sull’entusiasmo dilagante nei confronti delle serie tv con notazioni davvero di rilievo. Che partono dai dialoghi, le sceneggiature, i film d’azione, le marvelate per distinguere quel che c’è di buono e di meno buono nelle serie tv (ma anche nel cinema).
Perché questo è stato Vieri per un’intera generazione, un fratello maggiore che tanto aveva visto e su tutto cercava di ragionare senza pregiudizi, con l’obiettivo sempre presente di far conoscere, di divulgare si direbbe oggi.

PERCHÉ L’APPROCCIO di Vieri era personalissimo, ma a suo modo scientifico perché motivato, argomentato. Solo così poteva frullare nella zucca di chi lo stava a sentire o di chi lo stava leggendo la passione che subito diventava piacere condiviso. Su Raitre con la sua programmazione di film ha creato qualcosa di indimenticabile per almeno un paio di generazioni di cinefili che grazie a lui hanno scoperto classici imprescindibili, introdotti con l’abituale maestria. E piace pensare che Raitre sia diventata per il cinema quel che è grazie al lavoro svolto da lui a suo tempo.
Da quando era diventato anche distributore era più facile incrociarlo ai festival dove cercava di scovare titoli che avrebbe amato fare conoscere. Un lavoraccio che praticava con l’abituale aplomb, almeno per chi lo vedeva, poi magari anche lui, come tutti, si sarebbe dispiaciuto di non avere potuto prendere un certo film, questione di soldi e di concorrenza, perché non gli è mai mancato il temperamento. Ma gli va riconosciuta, come a Cesare, una coerenza straordinaria nella scelta dei titoli da proporre, sempre indipendenti, sempre con qualcosa da dire, forse lontano dalle scelte mainstream ma molto spesso più preziose.
Sotto l’ombrello di Teodora sono giunti sui nostri schermi una gran quantità di titoli decisamente curiosi, compreso quello non ancora uscito Triangle of Sadness, il nuovo film di Ruben Östlund, palma d’oro a Cannes quest’anno. Ora non capiterà più di vedere i suoi baffetti curati e la sua straordinaria eleganza, cui bisognava prestare attenzione perché come ha detto Sacha Guitry: «Il lusso è una questione di soldi. L’eleganza è una questione di educazione». Negli ultimi tempi il cinema è molto cambiato, ora è anche orfano di un suo grande amatore. I funerali di Vieri Razzini si terranno sabato 9 luglio alle ore 11 alla Casa del Cinema a Roma.