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Addio Saul Zaentz, il produttore che veniva dal jazz

Addio  Saul Zaentz, il produttore che veniva dal jazzSaul Zaentz, l'ultimo a destra, con l'Oscar per "Qualcun volò sul nido del cuculo"

Cinema Dopo la musica con Ellington e Getz, il successo cinematografico arriva con "Qualcuno volò sul nido del cuculo". Tra i titoli della sua carriera anche "Il paziente inglese"

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 5 gennaio 2014

Veniva dalla musica, e il suo cinema preferito aveva una dichiarata qualità letteraria. In una filmografia tutt’altro che folta, tre Oscar per il miglior film in tre decadi diverse (’70, ’80,’90) lo collocano tra le file dei grandi produttori americani –anche se lui se ne stava a San Francisco e faceva un cinema più vicino agli autori “di qualità” europei che a quello hollywoodiano. Saul Zaentz, produttore di Qualcuno volò sul nido del cucuclo, Amadeus e Il paziente inglese è mancato a San Fracisco venerdì scorso, in seguito a complicazioni derivate da Alzheimer. Aveva 92 anni.

Al cinema, Zaentz (nato in New Jersey il 28 febbraio 1921, da rifugiati ebrei polacchi) era arrivato oltre la mezza età, dopo aver girato gli States in autostop, combattuto sui fronti atlantico e pacifico nella seconda guerra mondiale, lavorato in una fattoria di polli, studiato business a St. Louis, organizzato tournèe di Duke Ellington… E dopo aver fatto fortuna grazie all’acquisto, nel 1967, della Fantasy Records, la casa discografica di jazzisti come David Brubeck e Stan Getz, di Allen Ginzberg e Lenny Bruce e dei Creedence Clearwater Revival (il gruppo che rese Zaentz ricchissimo e con il quale, anni dopo, litigò in tribunale).

Sotto le direzione di Zaentz, la Fantasy comprò alcune della più prestigiose etichette di jazz sul mercato, derivandone un catalogo importante e molto redittizzio (John Coltrane, Miles Davis, Thelonious Monk…).

Nel 1975 arriva Qualcuno volò sul nido del cuculo, l’adattamento del romanzo di Ken Kesey (’62), vincitore di numerosi Oscar e successo di botteghino (120 milioni di dollari) che Zaentz produsse insieme a Michael Douglas per la regia di Milos Forman. Dopo due film meno fortunati –Three Warriors (del 1978, sui nativi d’America) e una versione animata de Il signore degli anelli diretta dal regista di Fritz il gatto Ralph Bakshi (che gli procurò altri probemi legali con gli eredi di Tolkien)- Zaentz tornò a lavorare con Forman in Amadeus, che vinse otto Oscar incluso quello di miglior film. Zaentz affidò invece al raffinato autore indipendente Usa (e un amante di San Francisco come lui) Philip Kaufman la regia di L’insostenibile leggerezza dell’essere, dal romanzo di Milan Kundera.

La sua propensione per gli adattamenti letterari e per l’opportunità di collaborare con autori non americani, si ritrova in The Mosquito Coast (da Paul Theroux), diretto da Peter Weir, At Play in the Fields of the Lord (da Mathiessen), diretto da Hector Babenco e il suo terzo Oscar, The English Patient (da Michael Ondaatje), diretto da Anthony Minghella. Come era successo per Amadeus, prima che Zaentz prendesse le redini del progetto anche The English Patient era stato rifiutato dagli studios, che temevano costi di produzione troppo alti e attori non di box office. Fu la Miramax di Harvey Weinstein (un produttore che non a caso condivide il gusto per certo cinema “di qualita’” prediletto da Zaentz e che ha fatto tesoro della sua formula) a salvare la produzione.

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